
Methodica, un concerto sottovalutato
Il ritorno alle scene dei Methodica
Serata speciale all’Alchemica di Bologna
Bologna, 28 settembre 2024
La nuova stagione musicale dell’Alchemica si preannuncia ricca di appuntamenti belli succosi: dopo le grintose performance di Hell In The Club e Speed Stroke, l’autunno dà il benvenuto ad un’altra serata che, su carta, si preannuncia molto interessante. Dopo otto anni dalla loro ultima esibizione in terra emiliana, i Methodica tornano a calcare le assi di un palco bolognese (l’ultima loro performance fu nel 2016 in supporto ai Fates Warning allo ZR), pronti a portare un po’ di sano rock al pubblico nostrano. Sulla carta, appunto, perché purtroppo a fine serata si è registrata una scarsissima affluenza.
Un vero peccato perché tutte le band che si sono susseguite sul palco avrebbero meritato maggior attenzione da parte di tutti e una massiccia campagna di promozione (purtroppo accantonata) avrebbe certamente aiutato a portare una più cospicua partecipazione da parte di chi, dietro un monitor, spesso critica chi non prende parte ai concerti della scena underground.
Ma torniamo a noi: sono circa le 21.30 quando gli Amnesia, quintetto bolognese, si apprestano a calcare le assi dell’Alchemica Music Club. Accolti da una standing ovation ad opera di amici e parenti, tutti addobbati per l’occasione sfoggiando addirittura capi che riportavano il logo della band, i cinque giovani ragazzi danno il via alle danze.
La band si presenta tutta bella concentrata sul proprio strumento, ad eccezione del vocalist Luca Bevilacqua che, nonostante la giovanissima età, dimostra di avere già una buona padronanza del palco e di saper coinvolgere un pubblico che, per tutta la durata del set, non si è mai fermato nella propria partecipazione fisica e vocale (molte ragazzine presenti hanno dato prova di conoscere a memoria le canzoni dei nostri, ancora in fase embrionale in quanto il primo full lento dei nostri è ancora in fase di registrazione, ndr). La proposta del quintetto è difficilmente collocabile in un preciso contesto musicale, poiché nasce da radici emo/rock e, allo stesso tempo, si rifà molto a quel goth rock riportato in auge negli ultimi anni proprio da un’altra band made in Italy, The Strigas, che già dagli esordi aveva dimostrato di possedere un incredibile potenziale.
Nella breve mezzora messa a propria disposizione il gruppo ha presentato la maggior parte dei brani contenuti in “A Tale Of Bloody Moonlight”, il loro imminente esordio, e ha dato prova di avere le giuste caratteristiche per guadagnarsi un posto tra le band da tenere sott’occhio nei prossimi mesi, perché sicuramente i nostri avranno molto da dire con questo primo lavoro in studio.
Ancora freschi di release party, avvenuto qualche giorno fa al Traffic di Roma, i capitolini Heartache fanno il proprio debutto nel capoluogo emiliano e sono pronti a presentare al pubblico bolognese il loro primo full length album, “The Walls Are Closing In”, che in questa sede verrà suonato nella sua interezza. Per festeggiare questa importante uscita discografica, K2 Music Management ha voluto affiancare il quintetto romano agli headliner, con i quali avevano già condiviso in precedenza lo stesso palco in alcune date selezionate.
Le luci di Alchemica creano la giusta atmosfera e sulle note di “Trust The Void”, il combo romano si appresta a trasportare il pubblico in un turbinio musicale che, da subito, sembra ricalcare le orme di giganti quali Tool, Opeth e, volendo, Paradise Lost dei tempi d’oro: Luca Alvisio sembra, in effetti, la versione più giovane dello stesso Nick Holmes, sia fisicamente che vocalmente, cosi come il suo modo di gesticolare accompagnato da un carisma che si potrebbe definire ipnotico sembrano molto richiamare il noto vocalist britannico. Tra i brani che hanno catalizzato una maggior curiosità tra il pubblico si segnalano le magnetiche ‘Mystic Den’ e ‘Led Astray’, che hanno evidenziato ancora di più le capacità tecniche di ciascuno componente della band, ognuno concentrato sulla propria performance: in particolar modo, il bassista si è dimostrato un vero portento, offrendo alcuni passaggi tecnici peculiari che hanno incuriosito qualche astante.
Una band, questa, che meriterebbe sicuramente di essere studiata, in quanto il proprio sound non si limita solo al progressive metal canonico ma dimostra anche quanto osare in musica possa aprire nuovi orizzonti. Da rivedere in altri contesti.
Pochi minuti per allestire il palco e sistemare gli ultimi settaggi audio ed ecco che i Methodica sono pronti a fare il proprio ingresso on-stage. A distanza di otto anni dalla loro ultima esibizione in terra emiliana, come detto pocanzi, la band veronese torna ad esibirsi a Bologna ed è pronta per presentare in sede live l’ultimo lavoro discografico, “Hypocricity”, la cui pubblicazione è avvenuta proprio recentemente.
Si danno, quindi, inizio alle danze e nel corso di un’ora appena, i nostri presentano il nuovo disco, di cui verranno eseguiti diversi estratti, alternati da altri brani tratti dalla discografia dei veneti. Al contrario di alcune iniziali aspettative da parte dei fan non avvezzi al genere, la band non propone il classico prog metal a la Dream Theater, arricchito da tecnicismi strazianti o, diciamocelo, troppo “difficili” anche da ascoltare, al contrario la band offre un melting pot di diversi generi musicali, senza imporsi limite alcuno.
Infatti, la combo veneta inserisce anche inserti elettronici, basi e cori pre-registrati che danno un tocco in più alla propria proposta musicale. Massimo Piubelli si dimostra un frontman di tutt’altra pasta, capace di tenere in pugno il pubblico ed il palco a proprio piacimento, frutto di una lunga esperienza maturata negli anni. Notevole è anche la prestazione fornita dal bassista, la cui padronanza tecnica, vista la giovane età, è decisamente impressionante e che ha lasciato basiti persino spettatori, sul cui volto è apparso anche un sorriso di stupore e gioia.
Complessivamente, il set offerto dai nostri ha saputo ripagare anche le attese di quei pochi (ma buoni) spettatori che da tempo aspettavano di rivedere live la band, offrendo comunque una performance egregia da parte di un gruppo dalle molteplici potenzialità che ha molto ancora da offrire.