Max Gazzè live a Collegno (TO): Mao, Max, Gazzè, Gaschè

Sono dentro. Un’affluenza potentissima per Max Gazzè mi consiglia di affrontare con anticipo gli spostamenti nelle eventuali prossime serate del Flowers Festival all’ex manicomio di Collegno13 luglio e c’è un vento freddissimo, altro che «vento d’estate io vado al mare voi che fate».

Apre Mao. Una ragazza vicino a me mi chiede chi è. Ah forse non sei di Torino. Sì sono di Torino. Ah forse sei molto giovane. Ho trent’anni. Capito… beh ti spiego.

Mao live Collegno Torino

A Torino vogliamo tutti bene a Mao. A fine anni ’90 era uscito con due dischi niente male, “Sale” e “Casa”. Poi fino ad oggi ha fatto un sacco di cose diverse – la radio, la tv, il presentatore, l’attore, eccetera – e non dimentichiamo quella chicca di disco che era “Black Mokette” prodotto da Morgan.

C’è stato il tempo di MTV (il programma “Kitchen” con Andrea Pezzi), c’è ora il tempo della radio e del “Salotto di Mao”, piccolo varietà domenicale dal vivo sotto i portici di piazza Vittorio. È la maniera di Mao: quell’intrattenimento squisitamente old-fashioned – no pose, no spocchia, scorrevole simpatia – che vorrei pensare sia tipicamente torinese.

La vedi molto bene la sua passione per Celentano, da come si muove, da come imposta la voce un po’ alla ‘Mondo in Mi7’, per quanto mi riguarda è l’unico in Italia (e quindi nel mondo) titolato a raccoglierne un riconoscimento da erede, è il nostro molleggiato, il Moleggiato.

Tutto questo vado raccontando alla ragazza, che con una certa curiosità mi ascolta ragionar di quanto Mao nemmeno vent’anni fa emergeva qui in maniera un sacco importante.
«Ma come i Subsonica?» la sua domanda da un milione di dollari.
«Sì, come i Subsonica» la mia risposta da un miliardo di dollari, con cui mi levo una certa soddisfazione, mentendo ma mettendo in discussione il primato del subgruppo nazionale emozionale.

Mao live Flowers Festival

Poi è il momento di Max Gazzè, che recentemente ha pubblicato il disco “Maximilian”. Entra sul palco, sale sulla pedana e imbraccia il basso, un po’ di cazzeggio wah wah noise in solitaria per rompere il ghiaccio e dar modo alla band di entrare.

Maximilian inizia con la ‘Favola di Adamo ed Eva’ e con serenità olimpica tira dritto con quei centomila singoloni che hanno contraddistinto la sua carriera. Suona il basso e canta, chi è musicista sa quanto cazzuti bisogna essere per fare entrambe le cose contemporaneamente.

Max Gazzè Flowers Festival

Il momento che attendo con una certa curiosità è il duetto con Mao in ‘Colloquium vitae‘, il pezzo che i due hanno scritto insieme. La canzone ha due versioni, quella sul disco “La favola di Adamo ed Eva” e quella del singolo/video, diversa nell’arrangiamento e nelle armonie vocali, ed è quella che suonano oggi.

Di Max Gazzè adoro quell’autoironia sospesa, quelle trovate felicemente bizzarre, quel concentrato poetico nascosto in battute quasi nonsense dall’umorismo sottilissimo. Insomma quelle immagini tipicamente “alla Max Gazzè”, un po’ tipo “pensare sul ciliegio esterno” o “sotto l’armadio con la radio”.

Max Gazzè live Collegno

Qualcuno sa della passione di Gazzè per il tennis. Nella canzone ‘Un uomo diverso’ cita “il rovescio di Gasquet”, giocatore minore ma talento maggiore del circuito che conoscono solo gli addicted come lui (e come me), probabilmente il più stiloso nel giocare a una mano quel colpo che solo i prodigi ormai giocano a una mano.

Immagino Max Gazzè passare le notti a guardare in tv le partite di Gasquet (come me) e esclamare un “Madonna Gaschè!” (come me) ogni volta che il francese piazza quel colpo all’incrocio delle righe. Ecco, “il rovescio di Gasquet” entra nel novero delle “immagini alla Gazzè” di cui sopra.

E poi dovremmo parlare di molte altre sue tipicità di canzone, per esempio del Gazzè “diversamente sentimentale”, si potrebbe partire da ‘L’amore non esiste’ scritta con Fabi e Silvestri, ma sarebbe ancora meglio con ‘L’amore pensato’, che è l’unico successo purtroppo non in scaletta. ‘Annina stai zitta’ è la complementare di ‘Cara Valentina’.

È inutile, ‘La vita com’è’ mi farà sempre pensare alla Littizzetto.

Si chiude con ‘La musica può fare’. È stato un concerto molto bello, gusto, semplicità e belle canzoni. All’uscita lo sponsor regala cartine (corte).

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