Marta sui Tubi live a Torino: affinità/divergenze tra il compagno Manuel e loro

Dal vostro corrispondente a Torino. All’Hiroshima Mon Amour suonano i Marta sui Tubi, ma è il 13 maggio 2016 e prima del concerto parliamo tutti di quella cosa là: Manuel Agnelli giudice di X-Factor. Metto da parte un attimo il report (anticipo che è stato un concerto molto bello) perché mi sono perso in un gioco meschino a trovare affinità/divergenze tra Afterhours e Marta sui Tubi: pensandoci un minimo, saltano fuori numerosi intrecci niente male, nulla di occulto o complottista per carità, ma comunque chiacchieriamone pure mentre scorrono le immagini della serata di Luigi De Palma.

Marta sui Tubi Torino

Iniziamo con l’elemento più evidente: sia gli Afterhours che i Marta sui Tubi sono andati a Sanremo. I Marta sui Tubi compaiono all’interno della compilation “Il paese è reale” che dopo Sanremo 2009 Manuel Agnelli organizzò con gli artisti indie che in Italia gli sembravano più interessanti. I siciliani sono presenti con il brano ‘Mercoledì’ (uno dei migliori del cd secondo me). Comunque i Marta sui Tubi sono gli unici artisti di questa compilation (assieme al Teatro degli Orrori) che parteciperanno 5 anni più tardi anche al “tributo” per la riedizione di “Hai paura del buio” degli Afterhours.

Marta sui Tubi Hiroshima Mon Amour

Se riascoltiamo oggi le reinterpretazioni delle canzoni di “Hai paura del buio reloaded” tenendo presente la recente metamorfosi televisiva di Manuel Agnelli, ancora più che il brano ‘Televisione’ ce n’è un altro che la maggior parte di chi sta leggendo – ammettiamolo – penserebbe sia un perfetto commento alla scelta di Agnelli. Qual è? Ovvio, ‘Musicista contabile’. E chi lo ha interpretato? I Marta sui Tubi.

Il gruppo stesso pochi giorni fa ci ha un po’ scherzato, ripubblicando il pezzo sul loro facebook. Leggendo i commenti, c’è qualche fan che pensa che anche per il cantante Giovanni Gulino presto “la sostanza si vendicherà sulla poesia”. E Agnelli e Gulino sono due personaggi che, al di là delle differenze artistiche e caratteriali, condividono certamente un’attitudine “imprenditoriale” applicata alla musica che nessun altro dei loro colleghi possiede. Il primo, come sappiamo, ha organizzato contesti e festival come “Tora! Tora!” e altri per alzare il livello di visibilità della scena indie. Il secondo gestisce “Musicraiser”, la piattaforma italiana di fundraising per autofinanziare progetti artistici con i contributi del pubblico. L’ultimo disco dei Marta sui Tubi “Lostileostile”, per esempio, è stato finanziato con Musicraiser.

Giovanni Gulino Musicraiser

Mi piacerebbe trovare altri intrecci tra Afterhours e Marta sui Tubi, gruppi che negli anni “classici” avevano quell’atipica formazione a quintetto “3+2”, nel senso 3 storici + 2 indispensabili (ecco, ne ho trovata un’altra!), ma che poi hanno cambiato organici in maniera differente, i primi con varie entrate e uscite di cui ho perso il conto, i secondi con un inaspettato ritorno al terzetto.

E veniamo dunque al ritorno dei Marta sui Tubi in terzetto. Lo ammetto, entro all’Hiroshima con qualche pregiudizio, perché non sono un fan del fundraising musicale, e perché pensando a quale macchina da guerra erano in cinque mi sembra impossibile riescano in un risultato paragonabile. Li avevo ascoltati voracemente in formazione allargata moltissime volte, di cui almeno tre allo stesso Hiroshima e una al Cinema Vekkio (ma al Cinema Vekkio tutto è bello per forza) e sono sempre state prestazioni super.

Oggi sono scettico ma mi sbaglio di brutto perché anche stavolta, in modo diverso, sono stati una botta di vita. Giovanni Gulino è sempre un cantante sorprendente. Il “simbolo” è quell’acuto in ‘Cenere’, potentissimo e perfetto, che ferma il tempo e sospende il respiro (una cosa simile accadeva con quello di Manuel Agnelli in ‘Dentro Marilyn’, erano altri tempi, ma volevo giocarmi un’altra carta!).

Giovanni Gulino Marta Sui Tubi

Ivan Paolini mena di batteria (secondo me è un buon reduce del metal) e la chitarra virtuosa di Carmelo Pipitone riempie i brani con trame più distorte e punkettone. Sentendo i suoi cori penso sempre che Pipitone, qualità chitarristiche a parte, possegga una voce molto più bella della maggior parte dei cantautorelli indie che vanno di moda. Peccato che nei cori della canzone ‘Dispari’ (una delle due di Sanremo, non quella che ha passato il turno ma l’altra, quella bella) non ci conceda mai il coretto dicendo “Benvegnù”, come quella volta sul palco dell’Ariston. Sentire dire “Benvegnù” a Sanremo mi aveva provocato una specie di piacere perverso. Però dovremo tenerci “Mallarmé”. Ma tranquilli: ho rimediato una versione acustica, anche questa coi cori leggermente cambiati, e indovina chi viene nominato? “Afterhours”. Ma allora…!

Marta sui Tubi Lostileostile


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