Energia esplosiva: Subsonica live a Roma

Le ventimila persone accorse da ogni angolo della Capitale e non solo lo scorso 21 luglio hanno dimostrato che l’affetto per la band di Torino più amata di sempre non è cambiato rispetto al lontano 1997, quando il loro primo album omonimo, “SubsOnicA” è entrato nelle nostre prime autoradio: un poco attonite, le nostre orecchie si facevano spazio in mezzo ad un suono curioso che le irradiava, distorto, strano, particolare, non immediatamente definibile ma di sicuro mai sentito né prima né altrove.

La voce era quella di Samuel Romano: quelle sillabe chiuse, quella dizione atipica e divertente, che non cambierà e che sarà proprio la sua caratterizzazione più forte.
Il basso era quello di Pierpaolo Peretti Griva, o semplicemente “PierFunk”, oggi sostituito da quello di Luca “Vicio” Vicini; l’inconfondibile chitarra era ed è quella di Massimiliano “Max” Casacci, la batteria quella di Enrico “Ninja” Matta ed infine le psichedeliche tastiere erano e sono quelle di Davide “Boosta” Dileo.
Con una scaletta che non concede diritto di replica, per quanto ponderata e puntuale, con la giusta alternanza di pezzi storici (da Nuova ossessione a Strade, da Liberi tutti a Depre), a pezzi tratti dall’ultimo fortunatissimo disco Una nave in una foresta (EMI italiana /2014), i Subsonica si confermano una delle realtà più innovative dell’ultimo ventennio musicale italiano, rimanendo sempre fedeli a questa scelta linguistica e ad una dichiarazione programmatica di innovativa coerenza.
Il fil rouge che lega, ad esempio, un album come Terrestre ad un album come Eden è sottile ma scientemente presente.
La rivoluzione della scrittura testuale di Samuel Romano, mista ad una contaminazione tra pop, rock, elettronica e reggae fanno sì che se si dovesse paragonare questo live romano ad un quadro, quest’ultimo sarebbe ‘Guernica‘ di Picasso: il caos è meravigliosamente iscritto dentro circonferenze e perimetri decisi e nitidi.
A livello tecnico, i Subsonica si rivelano sempre perfetti e incontrovertibili: non una sbavatura, non un errore.
L’armonia della band e la maturità artistica sono ormai dati di fatto già da un bel po’, la grinta e l’energia della band è la stessa di vent’anni fa.
Non c’è nulla di costruito, pur essendo tutto così accuratamente ordinato.

Il loro pubblico, come di consueto, è in visibilio, è un tripudio di salti e lacrime, specie di fronte a brani che ormai per la band sono diventati imprescindibili per qualsivoglia scaletta, come il bellissimo omaggio ai CCCP Io sto bene per non parlare poi della versione acustica e spogliata di Tutti i miei sbagli, brano che chiude sempre i loro concerti.
Coverizzare qualcosa come si deve, soprattutto quando si parla del sacro, come nel caso di Franco Battiato, è qualcosa che riesce particolarmente bene ai Subsonica, come testimonia la riproposizione del brano Up patriots to arms: quattro minuti di sacro rivisitato in chiave elettro-rock che hanno fatto saltare quindicimila teste contemporaneamente.
Brani più concettuali, come Nuvole rapide e Preso blu sono l’elemento di raccordo di un pubblico assolutamente trasversale, che ha visto riuniti nuovi giovani adepti e i nostalgici del sempre amato Microchip Emozionale.
I Subsonica rappresentano di sicuro un unicum nell’attuale panorama di band italiane, un unicum prezioso, raro e con nessun altro accostabile.

SCALETTA
Colpo di pistola
Lazzaro
Attacca il panico
La glaciazione
Disco Labirinto
Nuvole rapide
Nuova ossessione
Up Patriots to Arms (Franco Battiato cover)
Una nave in una foresta
I cerchi degli alberi
Di domenica
Strade
Specchio
Veleno
Depre
Liberi tutti
Il diluvio
L’errore
Piombo
Benzina Ogoshi
Io sto bene (CCCP cover)
Preso blu
L’odore
Tutti i miei sbagli

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