Spettacolo e movimento: Gogol Bordello live a Cesena

Piena come la luna che illumina la notte di Cesena, la platea della splendida Rocca Malatestiana, location del festival Acieloaperto, si prepara ad accogliere Eugene Hutz e i suoi Gogol Bordello, una tra le più rinomate band gypsy punk della scena internazionale.
Vengono da New York e da anni girano i festival di tutto il mondo, fedeli ai loro ideali e al loro stile, scaldando il pubblico con live esplosivi.

Bastano poche note e la magia si ripete: il pubblico diventa una massa unica che salta e canta al ritmo di una cassa potente ed incalzante, aiutata dalle luci pulsanti, colorate e calde come le energie che arrivano dal palco. Le sonorità inconfondibili, risultato di un melting pot etnico contaminato da un po’ di rock e un pizzico di pop (nel complesso non particolarmente originali), sono di sicura presa sulla folla instancabile. La scaletta pesca dall’ultimo album, ma non mancano molti dei loro classici; i pezzi si susseguono quasi senza soluzione di continuità.

Eugene Hutz non è di troppe parole questa sera (scopro in seguito essere febbricitante), ma non si risparmia con il corpo e con la chitarra, compagna dalla quale si separa solo per afferrare la bottiglia di vino.
La formazione, che negli anni ha subito diversi cambiamenti, è composta da ottimi ed eclettici musicisti che sono anche abili intrattenitori. L’acustica e i suoni sono buoni e l’ora e mezza di concerto (con una comprensibile pausa) scivola via leggera, lasciando tutti sudati, divertiti e soddisfatti.

Mi fa rabbia Eugene (e come lui tanti altri): malato e ben più grande di me, riesce comunque a tener testa ai ventenni, mentre io ho male al collo e mi lamento della sabbia nel naso. Ciò nonostante mi sono divertito e, anche se questo genere di live è più che altro spettacolo e movimento (tocca ammettere che di anno in anno, musicalmente parlando, non aggiungono nulla di nuovo), il verdetto è più che positivo.

Sono personalmente colpito, in senso positivo, da questi eventi ottimamente organizzati (almeno in questo caso) nei piccoli e suggestivi centri del nostro Bel paese, dove si incontrano buona musica e bellezza. Spero che resistano ed aumentino di numero e importanza.

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Davide Franzoni

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Occupa discretamente il suo spazio nel mondo dal lontano 1980, sviluppandosi pian piano come entità artistica polivalente: illustratore, musicista, giornalista... anche se nessuno se ne accorge, esattamente come per il fatto che salva il mondo tutti i giorni. Pazienza!

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