La Quiete live a Bologna: un ritorno tanto atteso

Solo sette giorni per riscoprire La Quiete, ovvero quelli che la band ha proposto ai fans con le date di un tour che li porterà anche in Sardegna.
È quasi scontato (ma doveroso) ricordare che si tratta della band italiana più influente nel panorama screamo europeo, fiera di esperienze oltreoceano e approdata persino in paesi come Giappone, Malesia e Australia.
Quello dei La Quiete è uno dei pochissimi nomi di casa nostra noti all’estero nonché un vero e proprio punto di riferimento per musicisti e fans del genere.
Tornano al Freakout Club di Bologna il 12 aprile, in occasione di una memorabile reunion – uno schiaffo in faccia a chi credeva che non li avrebbe più visti dal vivo.

In apertura vediamo i Big Ups, band di New York che si mostra all’altezza delle aspettative e stupisce soprattutto in considerazione della loro giovane età: è la prima volta che sfiorano il suolo italico, lo afferma il cantante dopo una manciata di brani brevi e incisivi.
Un inizio un po’ timoroso spazzato via dal carisma dello stesso, che con tranquillità scende tra il pubblico nei frequenti cali di dinamica, eseguiti con maestria dalla band come variazione ai riff taglienti di chitarra contenuti egregiamente dal batterista.
Nonostante la notevole preparazione sia dal punto di vista tecnico che espressivo, i Big Ups fanno fatica a smuovere le acque ma riscaldano l’aria per la La Quiete.

La band ha coraggio e grinta da vendere e lo dimostra in ben due esibizioni che si svolgono entrambe la stessa sera, per dare la possibilità di assistere al concerto anche a chi sarebbe stato inevitabilmente escluso a causa del sold out registrato per la prima data annunciata.
Il pubblico li ama e loro rispondono con una scaletta senza respiro che spinge inevitabilmente a praticare lo stage-diving, il tipico rituale del “salire e buttarsi dal palco nella speranza di trovare un appoggio dal pubblico”.
Gli ascoltatori sono divisi tra la calca di pogatori e i nostalgici: i secondi preferiscono godersi l’esibizione ai bordi della struttura cercando di evitare il centro del “ring”.
Il microfono si è rotto dopo trenta secondi del primo brano e molte imprecazioni si sono sentite tra un pezzo e l’altro tanto da riuscire a creare un ambiente ovviamente informale ma in qualche modo “accogliente”, nonostante il sudore della gente e l’acqua lanciata addosso al pubblico.

Quello dei La Quiete è stato un attesissimo (e più che gradito) ritorno.
La fine non è la fine‘, lo cantano loro e noi ci a questo punto ci vogliamo credere davvero.

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