
Kevin Starrs / Uncle Acid And The Deadbeats: “Nell’Ora Blu”
Prende vita a teatro la geniale anomalia di Kevin Starrs
Asti, 19 gennaio 2025
‘…ci andrai da solo, quaranta minuti prima dell’alba. Nell’ora blu’
Avrete forse notato la presenza in molte Top 10 di fine anno di ‘Nell’Ora Blu’, l’ultimo album degli UNCLE ACID AND THE DEADBEATS. Una presenza perfettamente in linea con l’anomalia che questo disco rappresenta. Sia in senso generale ma anche in seno alla discografia stessa degli Uncle Acid, tra i maggiori esponenti della scena doom/psych/stoner britannica. Già definirlo album risulta riduttivo, perché ‘Nell’Ora Blu’ è ben di più: è in primis un vero e proprio audio-film. Permettetemi di sottolineare questo termine, perché raccontarlo – come in parecchie recensioni mi è capitato di leggere – come la colonna sonora di un film inesistente sarebbe fuorviante, per non dire completamente errato.
‘Nell’Ora Blu’ nasce dalla mente creativa di Kevin Starrs, che ne ha ideato la trama, scritto i testi e composto la musica. L’artista ha anche selezionato e diretto gli attori che hanno prestato la loro voce a questo progetto tanto rischioso quanto ambizioso. Rischioso perché le possibilità di oltrepassare l’immaginaria linea che separa il serio dal faceto potevano essere tutt’altro che remote, ambizioso perché porta a livello internazionale un genere di nicchia, saldamente ancorato ad un retaggio storico-culturale quale la stagione dei gialli poliziotteschi italiani degli anni ’70. Questo è il terreno sul quale Kevin Starrs ha deciso di sfidare sé stesso, affrontando un genere che non potrebbe essere più distante dall’humus culturale albionico. Si è, quindi calato senza indugio in un progetto curato nei minimi particolari che è allo stesso tempo sentito omaggio al genere e prateria sconfinata nella quale far correre, libera a selvaggia, la propria creatività.
Un’opera imponente, 78 minuti in cui la musica è al servizio della trama, e viceversa. Non si è contenuto Starrs per questo progetto. Per dargli credibilità servivano dei testimonial d’eccezione, ed in questo possiamo dire che non si sia proprio risparmiato, andando a scomodare (con successo) quegli attori che di quel genere sono diventati icone. Da qui la partecipazione al progetto di Franco Nero, di Edwige Fenech e di Luc Merenda, per citare solo i tre nomi più popolari, che di buon grado hanno accettato l’invito e prestato la voce ai dialoghi che costellano l’opera, disegnandone la trama.
Anche l’occhio vuole la sua parte, ed ecco allora che anche tutto l’artwork che gira attorno al progetto è stato prodotto con la finalità di portare al pubblico un’opera che fosse anche credibile oltre che ascoltabile. La trama in quei film era sostanzialmente una scusa su cui imbastire sordide storie di malavita. Corruzione, di omicidi efferati e donne provocanti, in un crescendo sempre giocato ai confini del bene e del male, con rapide cadute in ambito horror e/o di sexploitation, in un mix che al giorno d’oggi sarebbe sostanzialmente impossibile proporre al pubblico.
Non è da meno la trama di “Nell’Ora Blu”, in cui si racconta la caduta di Giovanni Scarano, un funzionario corrotto interpretato da Franco Nero, per l’eliminazione del quale Roberto Valente (Luc Merenda) assolda il sicario Alessandro Marchetti (Massimo Vanni). Sullo sfondo, la moglie di Scarano (Edwige Fenech), il night club ‘Il Gatto Morto’ per un racconto che raggiunge il proprio apice proprio con l’assassinio di Scarano.
Direte, ma queste cose le hanno già fatte i Calibro 35 – si, vero, ma innanzitutto i Calibro sono italiani e quindi parte di quella cultura. In ogni caso, lo hanno fatto solo parzialmente, senza mai raggiungere i livelli di profondità toccati con questa opera da Kevin Starrs e dai suoi Uncle Acid, che nella fattispecie hanno partorito quello che sarà ricordato come il loro capolavoro. Per una band così di nicchia e sempre in bilico sulla linea che separa l’underground dalla popolarità, credetemi, non è cosa da poco.

In questi giorni, ‘Nell’ora Blu’ abbandona la dimensione discografica per raggiungere il palco dei teatri, in un minitour che, su dichiarazione dello stesso Kevin Starrs, sarà un ora o mai più. Ventuno date, di cui 8 in Europa (l’ultima delle quali all’Alexandra Palace di Londra) e 13 tra USA e Canada, che saranno le uniche occasioni per veder prendere vita le vicende di Giovanni Scarano, di sua moglie Lucrezia, di Roberto Valente e del Commissario Inzaghi. Dopo la prima a Parigi, questa sera lo spettacolo raggiunge il Palco 19, un bel teatro in pieno centro ad Asti, che accoglie il debutto italiano di questo spettacolo che vedrà una replica tra qualche giorno a Roma. Notiamo subito una buona risposta di pubblico, il teatro non è sold-out ma poco ci manca. Cospicua la presenza milanese così come di fan provenienti da un po’ tutte le regioni d’Italia.
Alle 20:00 viene aperto il foyer dove troviamo il banchetto del merch, subito preso d’assalto dai fan che han fatto man bassa di vinili, t-shirt, tote-bag (bellissima quella raffigurante Il ‘Gatto Morto’), locandine e tour program. Mezz’ora dopo viene aperta la sala, che si riempie rapidamente. Subito abbiamo la prima sorpresa: non è previsto alcun gruppo spalla, ma sul maxischermo piazzato sul fondo del palco, già pronto per accogliere la band, iniziano a scorrere ininterrottamente una serie di trailer vintage, che richiamano alla memoria i poliziotteschi di cui sopra, la serie di Hitchcock del ’55, i film della Hammer Horror, e persino di Dario Argento, in un mélange tanto affascinante quanto coinvolgente, assolutamente propedeutico allo spettacolo che da lì a breve prenderà vita sul palco.
Alle 21:00 si spengono le luci e sulle note de ‘Il Sole Sorge Ancora’ Kevin Starrs e compagni prendono posto in una scena dove sono stati strategicamente posizionati diversi tavolini dotati di lampada e telefono, essenziali per la storia, e la sagoma di Scarano, che verrà ‘ucciso’ sul finale di concerto. Ad affiancare Uncle Acid on stage questa sera ci saranno ben cinque Deadbeats. Alla seconda chitarra troviamo George Hudson, al basso Jus Smith, alla batteria Jon Rice e per garantire tutto lo spettro sonoro di cui necessita l’opera, ben due tastieristi/polistrumentisti e cantanti: Rachel Burnett e Kit Marsden.
Uncle Acid/ Kevin Starrs è comunque il polo d’attrazione, a centro palco davanti al tavolinetto illuminato e dotato di telefono da cui farà partire le chiamate intimidatorie dirette a Scarano. La band propone l’album per intero, e possiamo vedere la trama svilupparsi sotto i nostri occhi, anche dal punto di vista materiale. Infatti, sul maxischermo scorrono le immagini tratte dagli innumerevoli film di genere, sapientemente montate per costruire progressivamente la vicenda che in fin dei conti è la vera protagonista di questo spettacolo. Con titoli d’effetto come ‘La Vipera’, ‘La Bara Resterà Chiusa’, ‘Solo La Morte Ti Ammanetta’, ‘Nell’Ora Blu’ vive tra intermezzi di musica d’atmosfera a parti più ritmate dove emerge, senza peraltro strabordare, la natura doom/stoner degli Uncle Acid.
Per un’ora e mezza rimaniamo affascinati da uno spettacolo che, almeno per il sottoscritto, rappresenta anche una sorta di ritorno alla gioventù. Ero bambino, quando di domenica andavo al mitico Cinema Jolly in Porta Genova, e insieme a mio papà ci godevamo i due film in programma. E almeno uno, bene o male, era sempre un poliziottesco dal titolo immaginifico stile ‘La Polizia S’Incazza’ di fantozziana memoria.
Con l’efferato omicidio di Scarano si conclude l’opera, ma la band ritorna subito on-stage per l’apocalittico finale. Un’orgia di suoni distorti accompagna un rapidissimo rewind delle immagini che abbiamo visto durante il concerto, a suggellare la definitiva conclusione del set e l’uscita di scena della band, che si accomiata dal pubblico mentre gli altoparlanti diffondono un’emozionante ‘Bella Ciao’ sulla quale tutto il pubblico si alza in piedi unendosi al canto. Si conclude così una serata tanto speciale quanto inusuale e, soprattutto, unica e irripetibile nel suo genere, che ci ha regalato un’ora e mezza di emozioni, giustificando ampiamente la mini-trasferta astigiana.