Garbage live a Milano: sicuri di avere già cinquant’anni?

Quando ho saputo che i Garbage sarebbero tornati in Italia non ho minimamente nascosto il mio entusiasmo: sono stati uno dei gruppi che hanno accompagnato la mia adolescenza, una di quelle band che avrei tanto desiderato seguire live negli anni ’90 ma che all’epoca risultavano fuori dalla mia portata, anagraficamente parlando.

Il sogno adolescenziale si è esaudito l’8 giugno 2016, esattamente dopo 21 anni, al Fabrique di Milano.
Causa un incolonnamento in autostrada ed un acquazzone improvviso ho raggiunto il locale in ritardo, con la paura di aver perso l’inizio del concerto – in realtà sono arrivata durante il cambio palco con la band di apertura, i Giorgieness, e tanto è bastato per farmi tirare un sospiro di sollievo.

Ho sempre pensato che i Garbage fossero una band di nicchia anche durante gli anni di loro maggior successo.
Una perla per pochi, per intenderci.
Non hanno mai riempito stadi con orde di fans ma li ho sempre reputati innovativi come pochi altri musicisti: hanno saputo “commercializzare” sonorità rock ed elettroniche con una modernità disarmante e fuori dagli schemi, cosa che li ha resi nel loro genere impattanti.
Indubbiamente il fulcro attorno al quale tutto ruota è lei, Shirley Manson, donna tutta d’un pezzo che nonostante non abbia una vocalità particolarmente estesa presenta un modo davvero unico di cantare.

Alle 22 in punto fanno il loro ingresso sul palco.
Shirley è bellissima, con i capelli rosa raccolti, un vestito stile anni ’50 e con calze a rete e anfibi.
È lei a trascinare una band bella carica nonostante l’assenza del batterista Butch Vig (produttore tra i tanti di “Nevermind” dei Nirvana) causa problemi di salute.
Il concerto si apre con una ballad tratta dal nuovo album, ‘Sometimes‘ (scelta azzardata), seguita dal nuovo singolo ‘Empty‘.
È con la terza traccia, però, che il pubblico si scatena: si tratta di ‘Stupid Girl‘, uno dei loro singoli più famosi tratto dal loro primo disco omonimo, “Garbage” (1995, Mushroom Records), a mio avviso il migliore.
La scaletta è un alternasi di hit e successi che hanno segnato la carriera della band, e passa da ‘Push it‘ e ‘I Think I’m Paranoid‘ a ‘#1 Crush‘, senza tralasciare brani del nuovo disco in uscita il 10 giugno – ‘Blackout‘ e ‘Even Though Our Love Is Doomed‘.

Verso le 23.30 si concedono una breve pausa e rientrano dunque per il finale di serata: dopo una lenta ballata partono prima con ‘Why Do You Love Me‘ per chiudere poi con la famosissima e radiofonica ‘Cherry Lips (Go Baby Go!)‘.

Saluti e ringraziamenti di rito, il pubblico abbraccia metaforicamente la band originaria del Wisconsin con una sana presa di coscienza: se da un lato i Garbage hanno vent’anni di carriera alle spalle, gli stessi singoli componenti del gruppo hanno passato la cinquantina ma sul palco sono stati eccezionali.
Durante il concerto al Fabrique hanno mostrato un mix esplosivo di esperienza, carisma, carica e professionalità, qualità che raramente si riscontrano oggigiorno in band giovani – e magari più famose.

 

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