Fast Animals and Slow Kids live a Santa Maria a Vico (CE): i ragazzi non deludono

Per andare ad un concerto dei Fast Animals and Slow Kids bisogna essere preparati, fisicamente e psicologicamente, a ricevere un cazzotto ben assestato dritto allo stomaco – metaforicamente parlando (ma anche no).
Da sette anni in giro sui palchi italiani, come ricorda Aimone Romizi, leader carismatico della rock band di Perugia – famoso ormai il loro motto, ripetuto più e più volte durante i live «Noi siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia», con la “g” aspirata tipica della parlata umbra, formula magica che scatena l’entusiasmo del pubblico.
Sette anni di carriera e di concerti, sette date, sette tra i più importanti live club italiani per concludere il tour legato ad “Alaska”, album uscito nel 2014.
Il “Grand Final Tour” mette un punto e segna un “a capo” nella storia musicale della band, che nell’ultimo anno è di certo maturata dal punto di vista dell’esibizione dal vivo ed ha accresciuto di gran lunga il pubblico di seguaci e fans.
Fiore all’occhiello dei sette live, valore aggiunto di notevole forza espressiva, è la presenza sul palco, insieme ai quattro FASK, di Nicola Manzan (Bologna Violenta) in veste di chitarrista e violinista.
Manzan ha già lavorato con la band durante la lavorazione degli ultimi due album e la sua presenza dal vivo è il coronamento di questi anni di collaborazioni.

Lo SMAV di Santa Maria a Vico (Caserta), che da un po’ di tempo a questa parte si conferma una delle location più gettonate in Campania per le grandi produzioni indie italiane, ha ospitato la prima delle sette date del “Grand Final Tour”: l’unica del sud Italia, regalando l’8 gennaio alla band perugina un sold out scatenato e sudato.
Ad aprire il live dal soppalco del locale, prospettiva davvero insolita e sorprendente, due band emergenti proposte da Insomnia Concerti: i beneventani Botanici e i casertani PoveroAlbert.
Alle 23.30 l’attesa per i Fast Animals and Slow Kids è alle stelle, la sala è strapiena, l’adrenalina a mille. Sembra di trovarsi nell’attimo esatto prima dello scatenarsi di una guerra, una di quelle fatte di crowd surfing e danze scatenate.
Si parte con ‘Ouverture‘, la presenza di Nicola Manzan si fa sentire subito, il musicista disegna con il suo violino linee bellissime e colorate.
Si va avanti senza fermarsi con ‘Calci in faccia‘ e ‘Il mare davanti‘, tra le tracce più belle di “Alaska”.
Il pubblico è scatenato, i musicisti non si fermano un attimo e con loro anche tutti i giovani e giovanissimi accorsi per assistere ad uno dei concerti che precederà la lunga pausa per la lavorazione del nuovo album.
Non bisogna risparmiarsi mai: lo sanno bene i cinque sul palco, infatti regalano al pubblico tutto quello che hanno da dare, fino all’ultimo residuo di energia.
Aimone, maglietta nera e converse ai piedi, è un indiscusso trascinatore di folle: canta, incita, suona, si lancia sul pubblico, abbraccia i suoi fans ad uno ad uno, stringe mani. Si torna un po’ indietro con ‘Combattere l’incertezza‘ e poi ancora un salto in avanti ‘Te lo prometto‘, poi ancora un viaggio indietro con ‘Abete‘ e ‘Treno‘.
Si vola direttamente a ‘Coperta‘, ultimo singolo estratto da “Alaska”.
Una valanga di canzoni, il ritmo è coinvolgente, il pubblico è in delirio.
Alcuni tra i giovani presenti si lanciano anche loro in crowd surfing improvvisati, ad imitare Romizi, che chiede al resto del pubblico di “reggerli” e non lasciarli cadere. Partono le note di ‘Calce‘, ancora un brano di “Hybris”, secondo album della band.
Il club trema quando partono le note di ‘Odio suonare‘ mentre ‘Maria Antonietta‘ precede l’intensa ballata de ‘Il vincente‘ e ‘Grand final‘.
Il momentaneo abbassamento di tensione precede una brevissima pausa prima del bis che contiene tre brani: ‘Troia‘, ‘A cosa ci serve‘ e l’inno generazionale ‘Come reagire al presente‘.

Il “Grand Final Tour” traccia in un’ora e mezza di live la storia degli ultimi anni di una delle band che ha coinvolto un pubblico sempre maggiore e riempito sempre più clubs.
I Fast Animals and Slow Kids dal vivo non deludono e promettono grandi cose per quello che sarà il prossimo album.
Il tour continua con altre tappe ad Arezzo, Roncade, Roma, Bologna, Perugia e Milano: non perdeteveli se potete.

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Roberta Cacciapuoti

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Insegnante di lettere per vocazione di studi, fotografa musicale per passione. Ogni concerto è un universo a sé stante e per questo ogni fotografia che ne scaturisce è un racconto a sé, narrazione per frammenti, pezzo di un mosaico dove luci, ombre, colori si fondono a creare un tutto organico e denso.

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