Eric Clapton, 80 anni e non sentirli

di Max Murgia 28 Maggio 2025

Eric Clapton, la leggenda del rock blues, non teme l’età
Slowhand incanta Milano nella prima delle due date previste all’Unipol Forum di Assago
Milano, 27 Maggio 2025
Reduce da una residency che lo ha visto incantare per otto serate la platea del Nippon Budokan di Tokyo e per altre tre quella della Royal Albert Hall di Londra, Eric Clapton ed il suo “Summer Tour 2025” sbarcano finalmente a Milano. Due ricercatissime date, organizzate, come di consueto, dalla D’Alessandro & Galli, grazie alla quale abbiamo potuto assistere per voi alla prima di queste due serate milanesi.
La cornice è quella di un Unipol Forum di Assago al limite del sold-out, per uno show privo di special-guest in apertura. Nei minuti che precedono l’inizio del concerto ci soffermiamo ad osservare il palco. È sobriamente occupato dalla sola strumentazione della band e sovrastato da quattro maxischermi, che consentiranno anche agli spettatori più lontani di ammirare da vicino la magia prodotta dalle dita del buon Eric.
Ottant’anni compiuti da poco meno di due mesi ma questa sera davvero in forma smagliante, anche dal punto di vista vocale. Austero ed elegante, Eric si presenta in scena con un sobrio completo scuro. Gli occhiali e la capigliatura argentea lo rendono più simile ad un professore di Oxford che ad una divinità chitarristica. Al suo fianco, i musicisti che da diversi anni lo accompagnano.
In primis l’inossidabile Nathan East (basso e contrabasso) che insieme a Sonny Emory (batteria) fornisce il comparto ritmico a questa straordinaria band. L’altro chitarrista è Doyle Bramhall II, uno che a 16 anni si è fatto le ossa nei The Fabulous Thunderbirds al fianco di Jimmy Vaughan per poi formare gli Arc Angels con Charlie Sexton, prima di finire alla corte di Clapton con cui condivide il palco da più di vent’anni. Tim Carmon all’Hammond è semplicemente spettacolare, il suo lungo solo in ‘Old Love’ ha fatto rizzare i peli delle braccia a tutto il Forum. Al piano elettrico invece troviamo Chris Stanton, già tastierista di Joe Cocker. A completare il quadro, le due fenomenali coriste Sharon White e Katie Kisson, impegnate fin da subito a stupirci con i loro vocalizzi fin dal brano di apertura, un mega-classico come ‘White Room’ dei Cream. Non sarà l’unico della serata, perché più avanti in scaletta ci verranno proposte anche ‘Sunshine Of Your Love’ e ‘Badge’.

La struttura del concerto prevede due set elettrici separati da una corposa parentesi acustica. Quattro i brani del primo segmento elettrico. Oltre a ‘White Room’ e ‘Sunshine Of Your Love’, Clapton spiega al Forum cos’è il blues con due classiconi come ‘Hoochie Coochie Man’ di Willie Dixon e i nove minuti abbondanti di ‘Key To The Highway’, già retaggio claptoniano fin dai tempi di Derek And The Dominos.
Posati gli strumenti elettrici, la sezione unplugged del concerto si inaugura con il primo dei diversi omaggi che Clapton questa sera riserverà a Robert Johnson. Si tratta di ‘Kind Hearted Woman Blues’, a cui seguono ‘Nobody Knows When Your Down And Out’ e ‘Golden Ring’, uno dei pochissimi brani del Clapton solista presentati questa sera.
Su ‘Can’t Find My Way Home’ Eric si dedica totalmente alla chitarra, lasciando a Nathan East l’onore e l’onere di cantarla. E lo ha fatto alla grande. La partentesi acustica si chiude tra la commozione generale quando partono le prime note di ‘Tears In Heaven’, che il buon Eric introduce con un sentito «This is for Lori. Bless you, darlin’».
Giusto il tempo di riattaccare la spina e l’atmosfera ritorna elettrica per una cavalcata finale. Che è letteralmente da urlo e mette in fila classici su classici. Da ‘Badge’ del repertorio Cream a ‘Old Love’, a dir poco epica questa sera: dieci minuti di orgasmo musicale garantito.
Spazio poi a Robert Johnson con (finalmente!) ‘Cross Road Blues’ e ‘Little Queen Of Spades’. Il boato del pubblico accoglie l’inconfondibile incipit di ‘Cocaine’, boato che accompagnerà la band per tutta la durata del brano. C’è ancora lo spazio per un encore e la scelta ricade su ‘Before You Accuse Me’, un altro brano da ABC del blues che chiude un concerto ancora una volta straordinario.
Un’ora e quaranta in cui Clapton conferma il suo status di divinità chitarristica, a dispetto dell’età e dalla neuropatia periferica che lo affligge da oramai una decina di anni, e che in parte spiega una certa staticità nello stare sul palco.