Discodays di Napoli: il rispetto per la musica

Forse non è vero che è il supporto migliore, il vinile ti obbliga semplicemente ad avere più rispetto per la musica.

Il Discodays più che una fiera è un ritrovo alla luce del sole per una setta, quella degli amanti della musica. I dischi sono i veri protagonisti di questo appuntamento che si rinnova ormai da molti anni a Napoli, non a caso si svolga in un luogo chiamato “Casa della musica” dove, quando non ci sono i vinili si possono ascoltare esibizioni live in carne ed ossa.

L’appuntamento del 9 ottobre ha visto un programma molto ricco.
I cancelli si sono aperti alle 10 del mattino e subito fuori c’erano già i primi appassionati in fila.
Detta così sembrerebbe quasi surreale, invece chi partecipa da anni a questo evento sa che è quello il momento migliore per partecipare, e vale ben la pena di puntare la sveglia un po’ prima anche se di domenica, perché arrivare per primo a qualche stand può significare fare un affare migliore.
Gli affari poi sono il vero pane quotidiano degli appassionati di questo genere di commercio musicale.
Il vinile è vivo, il vinile è vita.
Non nel senso che tutti si potrebbero immaginare, perché a ben guardare la caccia al vinile è più incentrata sui dischi vecchi che su quelli nuovi.
Non conta tanto il prezzo, conta il far tornare in vita dischi degli anni 70, o anche prima.
Conta scavare per accaparrarsi una copia di un vecchio album magari sconosciuto alla discografia ufficiale di qualche artista.
Conta scommettere su un disco che non si pensava di voler comprare.

Il Discodays è una grandissima occasione per riportare in vita la musica che credevamo fosse andata perduta, o peggio ancora, dimenticata.

Il programma di quest’anno prevedeva l’apertura della sezione dei live affidata ai Moonshiners, gruppo blues  che attinge a piene mani dalla tradizione folk americana.
Subito dopo è stata la volta dei Blindur, che hanno ritirato il premio “Discodays giovani”.
Il duo campano è reduce da un lungo tour che li ha visti esibire in tutto lo stivale mettendo in bacheca svariati riconoscimenti, tra i quali il primo premio del contest dedicato a Fred Buscaglione.
I Blindur hanno anche suonato al di fuori del territorio italiano, tutto ciò avendo all’attivo soltanto due Ep, stanno infatti per pubblicare il loro primo album in studio che si preannuncia davvero interessante.
C’è molto fermento attorno a loro ed il Discodays ha giustamente colto l’occasione per portarli sul suo palco.

A latere degli eventi live c’era quest’anno anche un’interessante mostra su Fabrizio De Andrè dove erano esposti numerosi cimeli e memorabilia appartenute direttamente o indirettamente a Faber.

A presentare tutte le esibizioni c’era Gigio Rosa, speaker di Radio Marte, che dopo i Blindur ha introdotto Roberta Nasti,  cantautrice napoletana reduce da un’esperienza a The Voice, che ha presentato il suo nuovo singolo ‘Non Andare Via‘, brano che descrive bene l’artista che con la sua voce possente ed intensa si conferma come una delle realtà più interessanti della scena napoletana.

Intanto i dischi continuavano ad essere i veri protagonisti della giornata. Si calcla che ci fossero più di 100 mila vinili da spulciare, scegliere, controllare, per cui contrattare ed infine da poter portare a casa per suonarli sul proprio impianto.

Nel pomeriggio il palco del Discodays ha visto avvicendarsi prima Annalisa Mazzolari, artista bresciana, che oltre a presentare il suo nuovo singolo ‘Immensa bellezza‘ ha eseguito un bel ricordo musicale di Pino Daniele, per poi lasciare il posto ad un dj-set old school, in cui i Facenight hanno passato ottima musica rigorosamente usando dischi in vinile.

Peppe Barra ha poi ritirato il “premio Discodays”, in una casa della musica ormai piena di appassionati, musicofili ma anche di semplici curiosi o neofiti.

Probabilmente agli occhi di chi non possiede un giradischi o semplicemente di chi non è vicino alla passione del collezionismo musicale il discodays potrebbe sembrare un momento surreale, ma per tutti gli altri completamente in sintonia con il mood della manifestazione gli stand sono come giostre in un parco giochi per adulti.

Tra le bancarelle si potevano vedere scene di perfezionisti scrutare i vinili scartati alla ricerca di qualche minima imperfezione, ci si poteva imbattere in capannelli di persone che dibattevano sui più disparati generi e sottogenerei musicali.
In questo c’è la vera essenza di una fiera del disco, mettere insieme persone accomunate dalla passione per la musica vecchia e nuova.

Nuova appunto perché probabilmente l’evento principale della serata è stata la presentazione del nuovo album di Francesco Di bella, storico leader dei 24 Grana, che si è esibito ed ha anche  autografato le copie del vinile di ‘Nuova Gianturco‘ che veniva appunto presentato proprio in occasione del Discodays.

La successiva presentazione del libro “Dalla Beat Revolution alla Bit Generation” con Lello Savonardo e Sergio Brancato ha chiuso il cerchio cominciato con la musica suonata su disco passando alla musica suonata dal vivo,fino alla musica raccontata nero su bianco.

L’esibizione che ha chiuso la fiera è stata quella di Lello Savonardo e Gennaro Porcelli a seguito della presentazione del video ‘Il disegno di Manara‘.

Cosa resta del Discodays?

Chiedetelo a tutti i partecipanti che sono usciti frettolosamente dalla casa della musica solo perché volevano tornare a casa per posare sui propri giradischi gli LP o i 45 giri appena acquistati.

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