Dinosaur Jr. live a Sesto San Giovanni (MI): la carica degli anni ’90

Lunedì 10 luglio 2017 al Carroponte di Sesto San Giovanni (MI), va in scena la prima data del tour italiano di una delle band fondamentali per la nascita del movimento indie rock americano: i Dinosaur Jr..
Dopo la cancellazione dello show programmato per l’estate del 2016 sempre nella stessa location, J Mascis e soci mantengono fede alle promesse fatte e salgono finalmente su quel palco e raggiungono quel pubblico che tanto li aveva attesi.

Dopo la loro storica reunion e la pubblicazione di un ottimo disco come “Give a Glimpse of What Yet Not” nel 2016, l’hype intorno a questa band è davvero molto alto: ci sono tutte le premesse per un grandissimo show e la gente comincia ad arrivare compatta al Carroponte.
Ogni volta che vado ad una serata di questa rassegna mi illudo sempre che sia la quella giusta per vedere qualcuno sul palco grande: peccato che poi venga sempre deluso, con esibizioni che si tengono sul palco piccolo.

A darci subito il benvenuto in questa location ci sono due cose: le zanzare e i Soria.
La band pesarese si dimostra un piacevole intrattenimento, mentre le zanzare saranno un flagello continuo per l’intera serata.
Solo i trattamenti chimici più spinti riescono a domare queste belve, ma l’effetto dura per poco tempo, lo stesso tempo che viene concesso alla durata del set dei Soria, che si esaurisce troppo in fretta, considerando le doti della band.
Riff e melodie si uniscono per dare vita ad un piacevole incontro e ascoltando con attenzione i brani proposti si intuisce che sicuramente devono molto al gruppo che sta per salire da lì a poco.

Dopo un veloce cambio palco finalmente salgono sul palco J Mascis, il bassista Lou Barlow e il batterista Murph: i Dinosaur Jr..
Avendoli visti cosi tante volte in video, la prima volta dal vivo mi sembra di avere nonostante tutto una certa familiarità con la band.
Noto dei dettagli, dei gesti che mi fanno sentire quasi di famiglia: J Mascis che si toglie gli occhiali prima di imbracciare la chitarra, Lou Barlow che quando suona non si vede mai in viso perché è sempre coperto dai capelli, Murph che sorride sempre.

Cominciano il set con ‘Thumb‘ da “Green Mind” e da qui in poi i tre non si fermeranno più per il resto della serata.
J Mascis dirà qualche parola al microfono, ma che si perderà nell’aria.
I brani vengono pescati da tutti i dischi della loro carriera, regalando pezzi storici e brani più recenti dall’ultimo lavoro. 
È infatti con il secondo brano, ‘Going Down‘, che l’atmosfera comincia a scaldarsi e diventare coinvolgente: le mani di J Mascis sulla tastiera sono velocissime e precise, mentre la sua voce è sempre contenuta.
Feel The Pain‘ è un altro nodo storico nella carriera dei Dinosaur Jr. e viene salutata con grande entusiasmo.
Nel frattempo comincia a piovere sempre più forte sul pubblico del Carroponte, e la gente comincia a dividersi in due gruppi: gli uomini veri che rimangono sotto la pioggia a ballare e quelli che corrono da qualche parte in cerca di un riparo.

C’è stato un momento in cui la pioggia è scesa fortissima, i fulmini hanno squarciato il cielo dietro al palco e gli assoli di J Mascis sono usciti fortissimi dal muro di amplificatori alle sue spalle: una delle scene più belle e più cariche di spirito rock che mi sia mai capitato di vedere.
La pioggia cala poi d’intensità per smettere del tutto.
Start Choppin‘ fa ballare ancora, mentre ‘Gargoyle‘ è l’ultimo brano prima della meritata pausa.
Non è ancora finito lo spettacolo però, perché c’è ancora spazio per un brano travolgente come la cover di  ‘Just Like Heaven‘ che mette tutti a cappotto.

Un concerto, quello dei Dinosaur Jr., che si conclude un pò in sordina, con J Mascis che dopo aver dato lezioni di chitarra a tutti i presenti saluta con una mano e lascia il palco.
Un set preciso e pieno di energia, che ha dato la possibilità di sentire live grandi brani che hanno fatto la storia di un intero genere musicale.
Rimane però forse un velo di malinconia per i bei tempi che sono stati, ma basterà fare un nuovo disco superlativo come è stato per “Give a Glimpse of What Yet Not” e tutto passerà.

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Luca Nicoli

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"Che potevo saperne io di me stesso? Ero proprio io quel personaggio che riuscivo a percepire con la mia coscienza?" Amante della musica e cresciuto nei vicoli di Città Alta a Bergamo.

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