De La Soul tra classe, nostalgia e ospiti d’eccezione
La leggendaria formazione hip hop di Long Island torna sul palco tra beat old school e tributi emozionanti.
I De La Soul al Parco Musica Milano con Talib Kweli e Yasiin Bey, in un’atmosfera dal sapore intimo ma autentico.
di Mario Carina 3 Luglio 2025

Segrate (MI), 02 Luglio 2025
Correva l’anno 1989 e nel pieno della golden age dell’Hip Hop viene pubblicato un album seminale per la scena: 3 Feet High and Rising dei De La Soul. In quei anni c’erano Run DMC, LL Cool J, Beastie Boys sulla West Coast. Gli N.W.A., dall’altra parte, sulla East Coast, gettavano il seme del gangsta rap che sarebbe esploso da lì a qualche anno con i nomi che tutti conosciamo – Dr.Dre, Tupac, Snoop Dog.
A New York nasceva invece la Native Tongue Posse di cui facevano parte i De La Soul e Tribe Called Quest. Era un periodo fiorente, e i De La Soul si erano contraddistinti creando un sound innovativo mixando jazz, soul e psichedelia definito come alternative hip hop.
Sono passate 36 primavere da allora e al Parco Musica Milano si celebra proprio questo compleanno con un concerto dei De La Soul.
Nonostante il concerto desse indicazione su un’inizio tardivo, arrivo presto per la paura di rimanere imbottigliato alla ricerca di un parcheggio. Non ho idea di quanto pubblico ci possa essere e nel dubbio è sempre meglio essere previdenti.
Parco Musica Milano è una nuova location e va detto: ha del potenziale. Si trova a ridosso del Parco Esposizioni di Novegro e l’aeroporto di Linate, in un prato facilmente raggiungibile dal centro città anche con i mezzi della nuova linea metropolitana. A sfavore l’area food & beverage, con prezzi a dir poco da gioielleria. Per fortuna almeno il caldo si è affievolito e l’aria è particolarmente respirabile: riesco a resistere senza mettere mano al portafoglio. Ci sono due palchi e sono posti uno di fronte all’altro. Il primo, in stile arena, è provvisto anche di tribune. L’altro, più piccolo, è comunque imponente e per rendere un’idea posso paragonarlo al palco grande del Magnolia estivo.
Il colpo d’occhio non è dei più entiusiasmanti. È vero che sono arrivato presto ma ad un’ora e mezza dall’inizio del live la location è de-ser-ta: pochi presenti si aggirano come anime disperse in un limbo. Incrocio Ale Boo-ya, il cantante dei Toxic Youth, in veste questa sera di responsabile luci. Con il suo solito modo di fare, ironizza affermando che c’era più gente al loro concerto qualche sera prima con i Gorilla Biscuits.
Il sole inizia timidamente a tramontare. Il palco si anima sotto le note del dj set firmato Bassi Maestro, dj e producer della scena Hip Hop italiana. Lentamente e poco alla volta la location prende vita, ma sicuramente non sono i numeri che mi aspettavo. Va detto che di contro abbiamo una forte contro-programmmazione: Thirty Seconds to Mars e Bruce Springsteeng, su tutti.
Nel pit riconosco alcune vecchie glorie della scena italiana: Esa di OTR, Grido di Gemelli Diversi.
Sulle note dei RUN DMC, si chiude il dj-set.
Sono le 22.30 ed ecco salire sul palco i De La Soul. Purtroppo ormai sono solo un duo, dopo la scomparsa di Trugoy the Dove nel 2023: Mason alla consolle e Kevin alla voce. Il concerto parte dritto a bomba. Il pubblico è entusiasta e i De La Soul non si risparmiano. Rappano alla vecchia maniera, con stile davvero da vendere.
Le poche volte che Mason si allontana dalla postazione per rappare, ci regala una voce davvero imponente. Dopo una manciata di pezzi ecco salire sul palco il primo ospite: niente po’ di meno che Yasiin Bey, in arte Mos Def. Tempo due minuti che si palesa anche Talib Kweli, altro grosso nome della scena Hip Hop. I due ospiti, da sempre vicini ai De La Soul, rimarranno sul palco per tutto il resto del concerto dando supporto a Kevin.
La setlist della serata spazia, per quel che riesco a riconoscere, tra gli album 3 feet high and rising e De La Soul Is Dead: Ring Ring Ring, Me myself & I, A Roller Skating Jam Named “Saturdays”. Qualche incursione anche con Blackstar, album pubblicato da Talib e Yasiin.
La serata vola via spedita sui breakbeat raffinati della band, sforando la mezzanotte. Nonostante il pubblico chiedesse il classico encore, credo proprio non sia stato possibile concederlo per motivi di tempo.
Hip Hop alla vecchia maniera: bello, pulito e potente. Sarebbe interesante rivedere i De La Soul, proprio per la matrice del loro sound, con una vera live band a supporto dei campionamenti. Chissà…