
Cisco, storie del passato che sanno (troppo) di futuro
Cisco celebra i trent’anni di “Riportando tutto a casa”, l’album con i Modena City Ramblers
Al Viper di Firenze si festeggia con un concerto straordinario e d’impatto
Firenze, 28 febbraio 2025
Dopo il clamoroso successo, ricco di sold out, del tour Riportando tutto a casa 30 anni dopo che ha visto Stefano “CISCO” Bellotti insieme ad alcuni ex MCR calcare i palchi dei maggiori club e teatri italiani tra marzo e agosto, è arrivato a grande richiesta anche un tour invernale.
Nel 2024, per festeggiare i trent’anni dell’uscita di quel primo album (quasi) omonimo dei Modena City Ramblers, in cui è stato il frontman per 13 anni, Cisco ha deciso di “riportare a casa” alcuni dei suoi vecchi amici che avevano contribuito alla nascita di quel disco. Un tour immortalato anche sul doppio cd live “Riportando Tutto A Casa LIVE – Trent’Anni Dopo”, contenente l’inedito ‘Siamo moltitudine’, un brano che è la storia di tutti noi.
Con lui sul palco una super-band, composta dai suoi amici di sempre: Luciano Gaetani (fondatore dei MCR), Marco Michelini, Roberto Zeno, “Kaba” Cavazzuti, Alberto Cottica, Giovanni Rubbiani e Massimo Giuntini, ai quali si aggiungono i musicisti che accompagnano Cisco da anni: Bruno Bonarrigo, Max Frignani ed Enrico Pasini.
Al Viper Theatre, oltre alle persone dello staff, sono stata la prima a solcare l’ingresso della venue. Via via che passa il tempo, il locale diventa sempre più brulicante di facce curiose ed impazienti. Chi ride con i suoi amici, chi discute di quali brani potranno mai aver scelto di eseguire stasera… e chi invece, come me, preferisce rimanere in disparte su un gradino di fianco alla postazione del fonico, cercando di processare anticipatamente quello che, da lì a poco, sarebbe successo.
È la prima volta che ho la possibilità di vivermi un concerto di Cisco, di indossare la sua voce per una sera. Quella stessa voce che ha accompagnato alcuni di quelli che sono stati i cambiamenti e le prese di posizione più importanti che io abbia fatto fino ad ora.
Mi alzo e mi avvicino al palco, sono le 21:30 e a regola dovrebbe iniziare adesso. La venue, nel frattempo, è stracolma: dal parterre non riesco a scorgere la fine della folla alle mie spalle e dalla piccionaia i volti, già commossi, di tutte le persone presenti iniziano a sembrarmi così piccoli. La musica d’attesa continua a girare ancora per una quindicina di minuti, un lasso di tempo accettabile da aspettare. Ed ecco arrivare le 21:45.
Fade out musicale. Le luci si abbassano. Si comincia.

Una voce a cappella da il via alle danze, alla quale vanno ad aggiungersi altre voci armonizzate. Il gaelico irlandese inebria le pareti della stanza, ci catapulta con tenera violenza in un’Irlanda dai colori inediti e dai molteplici odori di pioggia, terra bagnata, sudore, birra, fango, salsedine e tanta, tanta malinconia.
Salgono tutti sul palco, la folla si accende, ma dopo tutto questo cuore donatoci in una poesia in una lingua straniera e così antica, solo una canzone può seguirla ed ufficialmente iniziarne il viaggio: occhi al cielo, comincia a piovere, ed ecco che ‘In un giorno di pioggia’ ci bagna il viso e ci fa sorridere proprio come i venti dell’ovest farebbero.
Dopo il primo piantino di una lunga serie, il concerto prosegue toccando storie in dialetto emiliano-romagnolo, come ‘Tant par tacher’ oppure ‘La fòla dal Magalas’ e ‘A m’in ceva un caz’, che donano allegria e spensieratezza a tutti i presenti, i quali vengono travolti da salti, balli e sorrisi.
Le canzoni si susseguono a randa, i temi toccati sono molteplici, passando da ‘Le lucertole del rock’ e ‘Morte di un poeta’ rigorosamente cantata a squarciagola con gli occhi chiusi e il viso rivolto verso il cielo, fino a ‘Siamo Moltitudine’ il nuovo inedito di Cisco la ‘Canzone della fine del mondo’ e ‘Clan Banlieue’.
I ‘Funerali di Berlinguer’ e la bandiera rossa, con il suo volto che sventola su tutti noi, ‘La banda del sogno interrotto’ ed ancora ‘Bella Ciao’ e la Libertà. Abbiamo contato e cantato insieme ‘I Cento Passi’ ricordandoci di non smettere mai di gridare, oggi come allora, cos’è davvero la mafia. Siamo partiti da lì fino ad arrivare a quei brani che, ed è un parere personale, un po’ tutti noi avremmo il diritto di sentirci cantare almeno una volta nella vita. Parlo di ‘Ebano’ e ‘Ahmed l’ambulante’ e dei loro sogni interrotti, ‘Quarant’anni’ e suoi armadi pieni d’oro, ‘Contessa’ e l’assenza di morale, oggi come allora. Rivivere tutti i nostri addii durante ‘La Strada’, augurando un buon viaggio a tutti coloro che hanno preso percorsi diversi dal nostro, mandandogli per finire una ‘Ninnananna’, solo per sentirli più vicini.
Senso di appartenenza e viaggio interiore, questa è stata la serata.
Nonostante ci siano stati alcuni piccoli problemi tecnici riguardanti delle spie e dei cavi, l’intenzione ed il cuore di tutta questa Grande Famiglia li ha compensati tutti.
Grazie Cisco, ci hai permesso di guardare indietro, provando delle emozioni così forti che sono state in grado di viaggiare nel tempo, come una Delorean, facendoci sentire la stessa rabbia e lo stesso vento in faccia. Ci hai fatti tornare nei tuoi giorni, negli stessi luoghi che tu porti nel cuore.