C+C=Maxigross live a Bologna: libera psichedelia contaminata

Nel mezzo di un gelido mercoledì bolognese (26 gennaio 2017), il Locomotiv Club ospita una delle ultime date di uno dei gruppi italiani più in giro nel mondo in tempi recenti (compresa la partecipazione allo scorso Primavera Sound).
Sto parlando dei C+C=Maxigross, che in questo tour condividono il palco con Miles Cooper Seaton, già leader degli Akron/Family, una delle band folk americane più ‘pazze’ di sempre.

La serata inizia puntuale e tra il pubblico ritrovo volti amici ed altri un po’ più noti – in sala è presente anche il caro Jacopo Incani (Iosonouncane), anche lui prossimo al Primavera Sound per l’edizione 2017.

La band scende dal palco ed il pubblico decide di sedersi sul pavimento del locale: questo atteggiamento fa presagire buona parte del mood del live, ovvero una spensierata distesa di melodie psichedeliche tra bel folk di annata, pungenti spazi di elettronica minimalista ed un tappeto pop che accompagna quasi tutto il concerto.
Sul palco sono presenti due batterie che si alternano con leggera destrezza e sintonia, tanto che uno dei due batteristi passa alla chitarra senza accorgimento alcuno.
La presenza scenica del collettivo veronese è a metà tra l’euforia e la confidenza, una piacevolezza avvertita da tutto il pubblico accorso.
Negli ultimi venti minuti di concerto, con empatia, il pubblico si alza e i pezzi dei C+C=Maxigross si fanno delicatamente più serrati: da una sensazione di apparente estasi si passa ad una scatenata condizione di allegria generale per poi concludere con il calare del tutto, fino a raggiungere uno stato di silenzio assoluto durato qualche minuto.
Il silenzio è terminato d’impulso grazie ad un caloroso applauso generale ed altrettanta calorosa gratitudine da parte della band di Verona, contaminata americana.
Ancora poche date dopo un tour durato quasi due anni: la curiosità di rivederli nuovamente sul palco con un nuovo lavoro è molta, non resta che aspettare ed immergersi, nell’attesa, nella loro libera psichedelia dolcemente contaminata.

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