Biffy Clyro live a Padova: l’attesa del grande pubblico

Quella tra me e i Biffy Clyro, band scozzese alternative rock, è ciò che il social definirebbe “una relazione complicata”.

“Ellipsis”  è il settimo e ultimo disco, pubblicato nell’estate del 2016.
Personalmente l’ho più volte preso e mollato:  ‘Re-arrange’, così convincente, mi ha da subito catturata.
Ho fatto presto a stancarmi del sound che “si è bello, ma dopo un poco m’annoia”. Schiaffeggiata da ‘Howl’, ritorno sui miei passi, per poi riabbandonarlo sul più bello, come per le migliori avventure estive. Una sera, dal nulla spunta ‘Medicine’, morbida come una carezza… allora cedo, poco dopo mi ritrovo a canticchiare ‘Friends and Enemies’… insomma è un attimo che “oddddio-sono-al-Geox-andiamo-a-vederli!”.

È il 7 febbraio, un martedì, sono le 21:15 ed io mi ritrovo al Gran Teatro Geox di Padova: ‘sta storia la dobbiamo chiarire stasera.

L’ingresso dei Biffy Clyro non è timido. I tre scozzesi (Simon Neil alla voce e chitarra, James Johnston basso e voce, Ben Johnston batteria e voce) si presentano a torso nudo e portamento fiero sulle note di ‘Wolves Of Winter‘. Sul palco altri due elementi, un po’ nascosti dal vedo-non vedo di un design luci ritmato e davvero accattivante. Dell’acustica non si può dire lo stesso. La potenza del suono e la bravura nell’esecuzione sono indubbi, ma all’orecchio arriva tutto un po’ ovattato, particolarità che sembra ormai ripetersi durante i live al Geox.

“L’appuntamento” comincia bene e continua anche meglio, perché in scaletta ritrovo tutti i brani di “Ellipsis” che mi avevano rapita, assieme a ‘Many of Horror’, ‘Living Is a Problem Because Everything Dies’, ‘Opposite’ ed altre citazioni del passato, altrettanto apprezzate. Pensano di avermi conquistata?
Nient’affatto.
Cerco di stare un altro poco sulle mie, ma poi cominciano i salti, le voci grattate, gli sguardi d’intesa, tutto alternato alla dolcezza dell’acustico, dei movimenti lenti in ‘Biblical‘, ‘Bubbles‘ e ‘Medicine‘. Va bene, va bene!
Che devo dire?
Sarà che traspare un certo sentimento,  ma il live mi ha convinta molto più del disco e non sono la sola: il pubblico non è particolarmente numeroso ma soddisfatto.

I Biffy Clyro sono bravi, sono tosti e hanno abbastanza esperienza da poter sostenere il palco con disinvoltura.
Nel tempo maturano ma non esplodono, restano nel limbo delle band che non decollano mai troppo in alto, pur avendone i presupposti.
C’è da dire che anche Sanremo quest’anno ha voluto ospitarli: che sia arrivato il momento giusto per affermarsi anche nei confronti del grande pubblico?
Lo spero per loro, io intanto me ne torno a casa, infilo il disco e premo play ancora una volta.


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