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Anna Pepe trasforma tutti in Vere Baddie

In provincia di Udine è andata in scena una vera e propria festa generazionale. Protagonista assoluta Anna Pepe, sul palco con il suo “Vera Baddie Summer Tour”.

Villa Manin è stata la location storica inaspettata per un tornado di adolescenti accorsi a seguire live la giovanissima rapper ligure (rigorosamente accompagnati da mamma e papà).


di Andrea Agati
6 Luglio 2025
Anna Pepe

Passariano (UD), 05 Luglio 2025

Villa Manin è stata la venue insaspettata di un’esplosione. Sotto le stelle friulane, tra glitter, selfie, coreografie e occhi lucidi, è salita sul palco Anna Pepe. Niente fronzoli, niente introduzioni: solo lei, la sua voce, il suo mondo. E un pubblico che la ama come si ama chi ti ha fatto sentire capita in un momento in cui nessuno ascoltava davvero.

Con il suo Vera Baddie Summer Tour, Anna Pepe ha trasformato uno spazio storico come Villa Manin in una gigantesca pista da ballo all’aperto, dove il pop si è fatto specchio di una generazione. Ed è successo tutto in una sera d’estate, sotto un cielo che sembrava applaudire anche lui.

Niente artisti in apertura, Anna è salita sul palco come se quel posto le appartenesse da sempre. Di fronte a lei, centinaia di ragazze e ragazzi – adolescenti e preadolescenti – pronti a cantare ogni parola come fosse un inno. Non spettatori ma parte integrante dello spettacolo: in modalità karaoke permanente, con il telefono in mano e il cuore in gola. Tutte e tutti con lo stesso sogno: essere, almeno per una sera, delle vere baddie.

La scenografia? Essenziale ma dritta in faccia. Una gigantesca catena al centro del palco, simbolo di libertà, ma anche di rottura. La catena, qui, è quella che si spezza, non quella che tiene. Un riferimento visivo che racconta perfettamente il messaggio di Anna Pepe: essere sé stessi, sempre, anche se il mondo dice di no.

E poi luci, colori, corpi in movimento. Il corpo di ballo, sincronizzato come un meccanismo perfetto, accompagna ogni brano con energia e precisione. Il palco è vivo, ma lo è soprattutto grazie a lei.

Anna Pepe parla, scherza, si ferma, ascolta. Sa benissimo chi ha davanti e non cerca di sembrare altro se non sé stessa. È autentica e con molta onestà le va riconosciuto che la sua forza è tutta lì, nella capacità di essere credibile. Di parlare una lingua che la sua generazione capisce. Una lingua fatta di ironia, libertà, consapevolezza e autoaffermazione. In una parola: rappresentazione.

Ogni brano in scaletta è una piccola esplosione: le hit del suo primo album si susseguono senza pausa e c’è spazio per ballare. I momenti più soft diventano piccoli confessionali a cielo aperto. 

Tra un beat e l’altro, però, c’è anche un altro tipo di pubblico. Quello che non ha comprato il biglietto per sé: i genitori, gli accompagnatori. All’inizio sembrano spaesati, alcuni con le braccia conserte in fondo, altri seduti con l’aria da “sto facendo il mio dovere”. Ma basta poco. Un ritornello. Un sorriso. Una battuta di Anna sul palco e li vedi cambiare: c’è chi comincia a tenere il tempo con il piede, chi si lascia scappare un video. E chi sorride sotto i baffi.

Perché l’energia è contagiosa. E Anna Pepe, volenti o nolenti, coinvolge. Prende per mano e ti trascina nel suo mondo, che è fatto di ragazze che vogliono urlare la propria identità senza paura, di ragazzi che cercano uno spazio per essere fragili, forti, belli a modo loro. E di adulti che, anche se non capiscono tutto, capiscono che c’è qualcosa di vero.

Alla fine del concerto, Villa Manin diventa un punto sulla mappa emotiva di tantissimi giovani.