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Acid Mothers Temple, la sinfonia lisergica che viene dal Giappone

Massimo "Max" Murgia
di Max Murgia
21 Maggio 2025
Acid Mother Temple

Acid Mothers Temple, gli alfieri dello space-rock nipponico ipnotizzano il circolo Bellezza 

Un set straniante, dominato dagli altissimi volumi. Concerto eccellente anche per i The Winstons, co-protagonisti di questa serata

Milano, 20 Maggio 2025

È una serata all’insegna della grande psichedelia, quella che sta per andare in scena qui a Milano presso la sala grande del circolo ARCI Bellezza. A renderla tale, gli indiscussi alfieri dello space-rock giapponese Acid Mothers Temple, impegnati in un lungo tour europeo che include ben quattro date italiane, nelle prime due delle quali – ieri a Genova, oggi qui a Milano – divideranno il palco con il nostro trio delle meraviglie psichedeliche, i The Winstones, per quello che ha tutta l’aria di essere un intrigantissimo gemellaggio italo-nipponico in grado di mandarci tutti quanti in orbita e farci allegramente fluttuare nell’immensità dello spazio siderale.

Un’accoppiata vincente non solo sulla carta, visto il notevole riscontro di pubblico che ha prontamente esaurito tutti i posti disponibili nel circolo milanese.

L’apertura affidata ai The Winstones

Sono le 20:30 quando la serata prende il via. Lo show è in buona sostanza una sorta di co-headlining, in cui le due band avranno grosso modo lo stesso tempo a disposizione. Spetta comunque ai The Winstones salire per primi sul palco e portare al Bellezza il loro mix di beat, psichedelia e sonorità canterburiane, con un set fortemente improntato sul materiale del nuovo album “Third”.

The Winstons
The Winstons

Questo è il terzo loro concerto a cui assistiamo nel giro di pochi mesi – su di loro abbiamo già speso fiumi di (meritatissime) buone parole – quindi non vi tedieremo oltre…se non per confermarvi quanto sia cresciuta l’intesa sul palco tra Gabrielli, Dellera e Gitto (a.k.a. Enro, Rob e Linnon Winston). In particolare, segnaliamo l’ennesima grande performance multi-strumentale di Enrico Gabrielli, senza peraltro voler sminuire l’apporto di Dellera e Gitto, ancora una volta in grado di regalarci splendide vibrazioni musicali.

È quasi un peccato che una formazione di tal genere sia ‘solo’ un side-project, d’altronde le sonorità dei Winstons faticano non poco ad uscire dalla nicchia degli appassionati. In ogni caso, un’altra grandissima prestazione, quella di questa sera.

La psichedelia degli Acid Mothers Temple 

Ma veniamo al Tempio Delle Madri Acide, co-protagonisti di questo evento davvero speciale. Più che una band, si tratta di un collettivo che ruota attorno alla figura del suo leader, il chitarrista di Osaka Kawabata Makoto, unico membro stabile di una formazione che quest’anno festeggia il trentesimo compleanno.

Inizialmente noto come Acid Mothers Temple & The Melting Paraiso U.F.O., il collettivo nel corso degli anni ha più volte cambiato assetto, formazione ed anche genere musicale prima di stabilizzarsi nel 2004 a seguito dell’abbandono di Cotton Casino, lo storico tastierista/cantante del gruppo. Alle loro spalle, una discografia infinita e innumerevoli cambi di denominazione. Non dovreste quindi stupirvi se nei negozi di dischi specializzati troverete gli Acid Mothers Temple Guru Guru, Gli Acid Mothers Temple & The Cosmic Inferno, gli Acid Mothers Gong e così via.

In occasione del trentesimo anniversario, hanno riassunto la denominazione originale così quelli che vedremo questa sera sono la versione ‘Melting Paraiso’, che vede Makoto affiancato da Higashi Hiroshi (synth), dal batterista pazzo Satoshima Nani e dall’altro chitarrista Jyonson Tsu. Al tour non ha potuto partecipare il bassista titolare Sawano Shozo, al posto del quale troviamo questa sera nientemeno che Taigen Kawabe degli alt-rockers Bo Ningen.

Acid Mothers Temple
Acid Mothers Temple

Non facciamo in tempo a prendere posizione in transenna che veniamo subito investiti da un’ondata sonora devastante. La band è partita col piede a tavoletta, in un tripudio di dissonanze psichedeliche sparate in sala ad altissimo volume, con un effetto quasi straniante che è possibile percepire sui volti del pubblico e, per dirla tutta, anche sul nostro. Non che ci aspettassimo un concerto tradizionale, per dirla tutta.

Gli Acid Mothers Temple ci incanteranno per quasi un’ora e mezza praticamente senza soluzione di continuità. I pezzi (non chiedeteci i titoli, please…l’unica che abbiamo vagamente riconosciuta è ‘Pink Lady Lemonade’) si intersecano l’uno sull’altro, dilatatati da infinite jam guidate da un ispiratissimo Kaboto, con le poche parti vocali divise tra Tsu e il neoacquisto Kawabe. Il batterista Satoshima Nani è un pazzo scatenato. Non ha nemmeno il classico sgabello, la sua batteria è posizionata di fronte ad un gradone presente sul palco, usato a tale scopo per quei pochi momenti in cui è stato seduto.

Assistere ad un loro concerto fa un po’ lo stesso effetto che farebbe ascoltare contemporaneamente i migliori dischi dei Popol Wuh, dei Can, degli Hawkwind e dei Tangerine Dream ad un volume impossibile, dopo essersi calati una micropunta d’acido. Il che, unito all’aspetto visivo decisamente sol-levantesco della band, contribuisce davvero a farci lievitare leggeri nel cosmo, strapazzati dall’universo psichedelico che straborda dagli altoparlanti del Bellezza, in un trip allucinogeno scandito dai ritmi di Satoshima Nani e dal basso di Kawabe.

Nel finale, un simpatico teatrino con Watabe che solleva hendrixianamente la chitarra per poi offrirla al pubblico, aggiungendo ulteriori dissonanze ad uno spettacolo fuori dal comune (per non dire fuori di testa) e che difficilmente riusciremo a dimenticare.