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Nova Rock 2025 | Day 04 | Electric Callboy

Electric Callboy chiudono il Nova Rock

L'edizione 2025 si conclude come da tradizione: con una festa carica di malinconia

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di Endy Prandini
15 Giugno 2025
Electric Callboy

AUSTRIA | Nickelsdorf, 15 Giugno 2025

Finalmente, dopo un lungo percorso emotivo e fisico, si arriva all’ultimo giorno del Nova Rock. Il cartellone contrappone le esibizioni di Dream Theater ed Electric Callboy, main della giornata: dove mi porterà il cuore?

E come ogni anno, anche stavolta il rituale si compie: come un solstizio metal a Stonehenge, ai Pannonia Fields si celebra la tradizione con la sboccatura delle botti Ottakringer. Sul palco rosso, accompagnati dalla leggendaria Wendis Böhmische Blasmusik, si stappa, si canta e si balla.

La brass band più metal del mondo suona mentre 60.000 persone si riversano in fila. Ci si lancia in aria, si formano trenini, si improvvisano stage diving. È una festa di paese a colpi di pogo.

Django 3000

A dare ufficialmente il via alla giornata ci pensano i Django3000, band gipsy folk bavarese. Violino, cassa, chitarra e voce accendono l’atmosfera. Il loro folk tedesco è caldo, diretto e ballabile: trenta minuti volano via con entusiasmo, trascinando il pubblico in un’allegria contagiosa.

Django 3000
Django 3000

Versengold

A seguire, i tedeschi Versengold. Sconosciuti ai più in Italia, in realtà sono famosissimi in patria dove da oltre vent’anni mescolano folk metal e strumenti antichi. Cornamuse, arpe e ghironde suonano in perfetta armonia con riff moderni. Il risultato? Una sorpresa per tutti. Meritano più visibilità, anche fuori dalla Germania.

Versengold
Versengold

The Butcher Sisters

Al Blue Stage arrivano i The Butcher Sisters, nome goliardico per una band che fa del nonsense e della festa il proprio credo. Tra gag demenziali in tedesco e musica pop sparata a mille, il gruppo riesce comunque a coinvolgere anche chi non capisce una parola della lingua. L’attitudine parla chiaro.

The Butcher Sisters
The Butcher Sisters

Imminence

Si torna al Red Stage per gli Imminence. Il quintetto svedese fonde metalcore e archi classici in uno stile gotico e potente, visivamente e sonoramente impeccabile. Le vetrate scenografiche fanno da sfondo a un’esibizione intensa. Nonostante il caldo soffocante, il pubblico partecipa senza sosta per tutti i 45 minuti.

Imminence
Imminence

Me First and the Gimme Gimmes

Di nuovo sul Blue Stage per i Me First and the Gimme Gimmes. La più celebre fake cover band al mondo è arrivata da San Francisco per farci cantare con stile. Cover surf rock e punk di brani pop famosi: un format sempre efficace. Il pubblico, tra chi riposa e chi smonta la tenda, si lascia travolgere.

Me First and the Gimme Gimmes
Me First and the Gimme Gimmes

Paleface Swiss

Sul Red Bull Stage emergono i Paleface Swiss. Deathcore furioso da Zurigo, con tecnica e ferocia. Scalano velocemente i favori degli appassionati. Arriveranno in Italia ad agosto per l’AMA Music Festival: chi ama il genere non può perderseli, ascoltate il mio consiglio. Grandi suoni, grande impatto.

Paleface Swiss
Paleface Swiss

Adept

Anche gli Adept danno battaglia sullo stesso palco. Band svedese di post-hardcore con quasi vent’anni di carriera. Tecnici, solidi, ma con poca voglia di innovare. Lo show funziona, ma dà la sensazione di qualcosa già visto. I fan apprezzano, ma manca un guizzo nuovo.

Heaven Shall Burn

Gli Heaven Shall Burn salgono sul Red Stage in formazione straordinaria. Il frontman Marcus è infortunato e al suo posto si presenta Britta Görtz, coach di extreme metal vocals.

Britta regge il palco con forza: in pochi giorni ha imparato tutta la scaletta e si è calata nel ruolo con carisma e grinta. Il pubblico impazzisce, Maik (il chitarrista) ne elogia la professionalità: «Non l’abbiamo scelta perché è donna, ma per la sua potenza vocale». È stata una scelta vincente.

Un’ora di deathcore tedesco eseguito alla perfezione. Britta ringrazia il pubblico, rassicura tutti: Marcus tornerà. Nell’attesa siamo pronti ad ascoltare il nuovo album della band, il decimo – che uscirà a fine mese.

Dream Theater

Ultimo suono di campanella: è il momento della scelta. I più scatenati vanno al Blue Stage per gli Electric Callboy, mentre gli altri si raccolgono tutti attorno al Red Stage. 

I protagonisti sono i Dream Theater, che aprono le danze con precisione chirurgica. È il 40° anniversario della band: il tempo è passato ma la qualità resta inalterata.

Conosciuti per essere i maestri indiscussi del progressive metal, i Dream Theater si concedono un set festivaliero compatto: un’ora e tre quarti di virtuosismo puro.

Undici brani pescati da una discografia monumentale. Myung brilla, Portnoy è di nuovo alle pelli, Petrucci disegna geometrie sonore da manuale. Night Terror, Panic Attack, The Enemy Inside, una sorprendente Peruvian Skies che sfuma nei riff di Wish You Were Here e Wherever I May Roam. Labrie fatica nei passaggi alti ma resta saldo. Pull Me Under chiude tra gli applausi, il pubblico canta ogni parola ed è una vera e propria standing ovation metal.

Peccato per l’esodo verso il Blue Stage, ma è qualcosa che già abbiamo visto per i Cradle of Filth ed i Linkin Park: è il segno del tempo che cambia? Dei giovani che incontro alle nuove generazioni di artisti? Sì, forse, ciò non toglie che i Dream Theater siano ancora (ed in eterno) dei Maestri: una macchina da guerra sonora con una resa dal vivo che pochi riescono a replicare.

Electric Callboy

Mentre i tecnici scollegano gli amplificatori al Red Stage, al Blue si scatena l’inferno. Gli Electric Callboy sono in casa e lo si sente. Con il batterista dei Sum 41 in formazione, pompano decibel e ironia a livelli pericolosi per la sanità mentale.

Still Waiting, Everytime We Touch, una Crawling dei Linkin Park da brividi, e I Want It That Way dei Backstreet Boys in versione acustica. Caos controllato.

Ma anche i loro pezzi fanno tremare il suolo. Pump It, MC Thunder, Hypa Hypa, RATATATA con le Babymetal, Tekkno Train, We Got the Moves.

Electric Callboy
Electric Callboy

Il pubblico esplode ed è un finale perfetto, pirotecnico e liberatorio. Il Nova Rock 2025 cala il sipario mentre il cielo si riempie di fuochi d’artificio e con la promessa di tornare. Sempre. Non ci resta che attendere il 2026.