Nova Rock 2025 | Day 01 | Korn

di Endy Prandini 12 Giugno 2025

Anche quest’anno il Nova Rock ha ampliato la sua proposta.
Ai canonici tre giorni di festival si è aggiunto un mercoledì extra, ormai quasi una consuetudine.
AUSTRIA | Nickelsdorf, 12 Giugno 2025
Anche stavolta il Nova Rock non si smentisce e aggiunge al già ricco bill una giornata in più di concerti. Una giornata speciale, pensata apposta per accogliere una leggenda: i Korn. Un’aggiunta che non è un semplice contorno ma un tassello fondamentale nella proposta 2025 del Nova Rock sul cui palco (anzi, palchi) transitano non solo grandi nomi ma anche band meno note ma cariche di energia, capaci di rendere onore alla presenza dei californiani.
Dead Poet Society
Ad aprire le danze del Nova Rock 2025 sono stati i Dead Poet Society. Solo mezz’ora a disposizione, ma l’impatto è notevole.
Il gruppo unisce influenze bluegrass alle sonorità moderne, scatenando da subito l’entusiasmo dei presenti. L’impianto audio fa il suo dovere: potente, definito, preciso. La band conferma il proprio stile, tra riff distorti e attitudine da palcoscenico. Una scelta vincente per aprire il festival e supportare artisti come gli Asking Alexandria, con i quali hanno condiviso molti palchi europei.

Seven Hours After Violet
Seguono i Seven Hours After Violet. Nonostante qualche problema nei suoni, l’energia dei cinque è palpabile. Il cantante, fisico imponente, lancia urla devastanti.
Ai ritornelli si passa con sorprendente naturalezza: melodie alla Nek (!!!) che, incredibilmente, funzionano dal vivo. Alla terza traccia, il frontman invoca il pubblico: «più crowdsurfer, più coinvolgimento». Viene accontentato.
Tuttavia, i brani non decollano. L’audio imperfetto e le composizioni poco brillanti non aiutano, come non aiuta il paragone con progetti “gadget”, come i Dogstar con Keanu Reeves. Qui è Shavo Odadjian dei System of a Down a metterci la firma. Interessanti, ma molto da rivedere.

Vandans
Sul Red Bull Stage compaiono i Vandans, band austriaca di metalcore con influenze punk. Energia pura e un pubblico che risponde saltando dal primo all’ultimo minuto.
Sconosciuti ai più, sorprendono in positivo. Se li si incrociasse in un piccolo live, si uscirebbe soddisfatti. Al Nova Rock si guadagnano una menzione speciale.

The Warning
Alle 18:25, sul Blue Stage, è la volta delle The Warning. Il trio di sorelle messicane, impegnato nei festival europei, conquista il pubblico con uno show incisivo.
Non sono solo una band al femminile: la chitarrista omaggia Tom Morello con assoli che colpiscono nel segno. La cantante alterna toni alla Pink con urla cariche di grinta. Pop rock sì, ma carico, ruvido, con presenza scenica. Il pubblico risponde. Dal campeggio al palco, la gente si riversa sotto al sole per applaudirle.
Molto più di una parentesi: una delle esibizioni più sincere e trascinanti della giornata.

Knocked Loose
I Knocked Loose alzano il volume, letteralmente. Finalmente suoni aperti, batteria che picchia forte e uno show brutale. Niente melodia, solo rabbia pura.
Il pogo esplode. Il circle pit domina il prato. Il cantante si scatena come un furetto impazzito, alimentato da energia e carisma. Sì, il genere può risultare ripetitivo. Ma la band vende cara la pelle e lo fa con tecnica, violenza e totale coinvolgimento. Il wall of death finale è da antologia.

The Ghost Inside
Anche i The Ghost Inside percorrono strade simili, ma inseriscono passaggi melodici. Potrebbe sembrare un rischio, ma lo gestiscono alla perfezione.
Brani solidi, suono definito, coinvolgimento altissimo. Il pubblico, già carico, inizia però ad accusare la fatica. Questa pausa attiva arriva al momento giusto. Ottima prestazione.

Spiritbox
Gli Spiritbox, canadesi, propongono un metalcore più melodico e curato. La cantante è al centro dell’attenzione. Il paragone con la giovane Cristina Scabbia non è azzardato.
Le dinamiche vocali sono complesse. I cori del chitarrista arricchiscono l’impatto sonoro. Il pubblico apprezza, ma senza eccessi. Dopo tanta brutalità, questa parentesi più soft è quasi catartica.
Va detto: show ben prodotto, suono ottimo, performance di livello. La band sarà in Italia a supportare i Linkin Park. Appuntamento da non perdere.
Nota importante: alle 23:30 tutto il Novarock osserva un minuto di silenzio in memoria delle vittime della sparatoria nella scuola di Graz. Un momento toccante, che unisce migliaia di persone in silenzio assoluto.

Korn
E poi arriva il momento. La leggenda. Jonathan Davis si avvicina al microfono e sussurra l’ormai rituale «Are you ready?».
Spoiler: no, non lo sei mai davvero.
I Korn devastano il palco. Solo un’ora e venti, ma ogni secondo è pieno. Aprono con “Blind”, poi via con “Twist” e “Here to Stay”. La voce di Davis cresce di intensità. La scenografia è imponente. Immagini distopiche, monocromie, foreste in fiamme. Nessun effetto speciale necessario: bastano una cornamusa e la forza dei brani.
Si prosegue con “Ball Tongue”, “Twisted Transistor”, e l’iconica “A.D.I.D.A.S”, l’ingresso nel mainstream che li rese immortali. Il pubblico è un mare mosso di corpi, braccia, urla.
Il finale è pura apocalisse: “4U”, “Divine”, e “Freak on a Leash”, con tanto di stelle filanti. Una chiusura che ribadisce un concetto: i Korn non sono il passato. Sono ancora qui. E suonano come pochi.