
I Hate My Village, la chiusura del cerchio
I Hate My Village, doppio live per concludere il tour
Dal Locomotiv di Bologna l’ultimo rito tribale: un concerto tra visioni, sudore e pura energia
Bologna, 23 Gennaio 2025
Tutte le cose belle, prima o poi, giungono ad una fine e questa volta tocca all’ intenso ed acclamato tour degli I Hate My Village.
Siamo al Locomotiv Club di una Bologna assediata dai cantieri. Siamo nello stesso luogo dove questo tour è partito a maggio del 2024 con una doppia data sold-out per presentare dal vivo l’ultimo lavoro della band, “Nevermind The Tempo” uscito per Locomotiv Records, etichetta nata tra queste mura.
È la chiusura di un cerchio per Adriano Viterbini, Fabio Rondanini, Marco Fasolo e Alberto Ferrari, reduci da una bollente estate italiana e da un altrettanto caldo autunno/inverno. Sono saliti sui palchi dei più importanti festival e club dello stivale oltre a due indimenticabili aperture ai concerti dei Jet a Milano e Roma.
Ora siamo qui, a festeggiare insieme a loro con una doppietta: la data conclusiva del tour che ha registrato un meritato ed ennesimo sold-out, con altrettanti fans rimasti a orecchie asciutte. Vuoi non accontentarli? Certo che no, e cosi gli I Hate My Village hanno aggiunto un secondo concerto, la stessa sera.
Ora, entro nel mio personale confessionale e dovendo scegliere tra il concerto delle ore 19:00 a quello delle ore 22:00, ho scelto il primo per poter rientrare a casa e infilarmi sotto il piumone in un orario decentissimo. Questa cosa dei concerti che iniziano presto è l’anfiteatro paradisiaco di chi è spesso in giro per lavoro/musica/vita. Non dico alle 19, ma uno spettacolo che inizia tra le 20 e le 20:30 ti mette in pace con il mondo intero e con la sveglia all’alba del mattino successivo, senza occhiaie da nascondere con il trucco e senza litri di caffè per apparire umanamente svegli.
Arriviamo alle 18:30 in un Locomotiv che si sta riempiendo con molta calma mentre sotto palco è già presente una solida fanbase difficile da superare.
Alle 19:10, sulle note di «vattene amore…trottolino amoroso, dudù dadadà» eccoli salire sul palco per dare inizio a questa festa parte prima.
Provo a sintetizzare questo concerto con un paragone: ti ricordi una qualsiasi gita delle medie? Sali sull’autobus e trovi il secchione ben vestito in prima fila, il bullo in fondo pronto a fare dispetti, l’insegnante guardingo e l’autista, perno di tutto, intento alla guida! Adesso, prova a immaginare quale di questi personaggi potrebbe essere interpretato da ogni membro della band. Non è difficile, vero?
Il concerto è stato un crescendo visionario e distorto. Si sono susseguiti sia i brani dell’omonimo e primo album del 2019 che i brani del nuovo Nevermind The Tempo.
È stato come immergersi in un rito ancestrale, come partecipare a una cerimonia tribale proveniente dalle terre più remote e misteriose dell’Africa. Le sonorità crude del blues-rock si intrecciano con i ritmi pulsanti, mentre le atmosfere ipnotiche del desert-rock creano un tessuto sonoro denso e avvolgente.
Essere parte di una tribù, vivere attraverso le sue visioni, in un viaggio unico e profondo.
Viterbini, Rondanini, Fasolo e Ferrari si guardano, ridono divertiti, si percepisce l’intesa, trasmettono un’energia contagiosa dal palco.
Dal pubblico si alza un grido entusiasta: «Bello Adrianoooo!». E Fasolo non perde l’occasione per una simpatica presa in giro, replicando con un divertito “Bello e bravo”.
Il concerto si chiude alle 20:30 con un finale indimenticabile: durante “Kennedy”, “Tony Hawk of Ghana” e “Artiminime”, palco e platea diventano un unico spazio di gioia condivisa, dove band e pubblico celebrano insieme la magia della musica.
Torno a casa carica di curiosità. Vorrei sapere come si svolgerà la seconda parte della serata con il concerto che segna davvero la fine del tour. Quello dove birre e gin tonic saranno protagonisti della festa, per un live più intenso, più selvaggio, più intriso di sudore e passione.
Vocine presenti raccontano di una festa finale sul palco ancora più vivace della prima, con Ferrari alla batteria al posto di Rondanini, il quale ha preso il posto di Fasolo al basso, Viterbini solo con le sue chitarre…
Un po’ mi sto mangiando le mani, ma con la testa sul cuscino, molto prima che sia un nuovo giorno.