Le Sacerdotesse dell’Isola del Piacere – Tutto

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Sono pochi i dischi che hanno la capacità di isolarti e che ti inducono a distogliere lo sguardo da ciò che ti circonda. Tutto ne è un esempio, ed è l’album d’esordio de Le sacerdotesse dell’isola del piacere, trio piacentino alle prese con un grunge decisamente melanconico, lugubre – voce e chitarra Fabrizio Lusitani, al basso Cristiano Sanzeri e alla batteria Enrico Scrivani ed in alcune tracce, Pietro Beltrami al piano.

Tutto è un valzer inquietante animato da un’attitudine punk: voce ipnotica, uso “improprio” delle distorsioni portate sino allo sfinimento (questo vuol dire “saper esagerare”, dal mio punto di vista) e parte integrante di un sound incisivo ma al contempo illusorio.
Tutto di corsa, in preda alla follia: in questo brano è la chitarra ad avere l’onore di aprire le danze.
Ciak: si gira! O semplicemente, è un riff a dirci che tutto sta per scomparire velocemente ma non ce ne accorgiamo.
Le persone è il risultato di una situazione sociale difficile, il giudizio nei confronti di un Paese saturo di gente fondamentalmente inutile – «Le persone le confondo una con l’altra».
Non avrei mai pensato che il prossimo brano con il quale sarei stato fissa avrebbe avuto un titolo simile: Polizia, ben armata.
Strumenti alle mani, voglia di imporsi e 3 minuti e mezzo circa di sparatoria: scappi chi può.

La naturalezza di Come se manca in molti dischi della scena contemporanea, ed è una catratteristica risontrabile nei lavori dei Verdena e che non smette di animare le produzioni dei già recensiti Miriam Mellerin.
La rabbia è la stessa, cambia il modo di esprimerla: a volte è difficile da esternare, forse perché è davvero troppa, siamo così pieni di rancore che potremmo esplodere da un momento all’altro come bombe ad orologeria.
Le sacerdotesse dell’isola del piacere ne hanno da vendere, e non hanno paura di usarla – la grinta, poi, la dimostrano a modo loro.
E’ lì che secondo me una band va valutata, quando si esprime affidandosi alle proprie capacità qualsiasi esse siano: limitate o meno, mediocri o degne di nota.
Tutto: che bel disco, ragazzi.

2 Comments

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  1. […] prima di te‘, assaggio stoner-southern rock con venature grunge vicine alle già osannate Sacerdotesse dell’isola del piacere. È affascinante ed inspiegabile il muro di suono costruito da soli due corpi sonori: un […]

  2. […] se non che questa è una conferma a pieni voti, il traguardo di “Tutto” del 2014 (leggi la recensione) che fu un ottimo debutto sia per le sonorità che le liriche. Tra emo primordiale e tanto […]

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