Fabio Cinti – Tutto t’orna

Prendi tre album, scegli i brani che più ti piacciono, aggiungi con un pizzico di magia un quartetto d’archi , un pianoforte e una chitarra acustica e il risultato ti sorprenderà.

E’ quel che ha fatto il cantautore nostrano Fabio Cinti, che spinto dai consensi ottenuti durante un tour in acustico ha deciso di avventurarsi tra violini e violoncelli alla ricerca di un suono differente. E così da L’esempio delle mele, Il minuto secondo e Madame Ugo ha estrapolato delle perle molto più che rare nel panorama musicale italiano, e grazie alla collaborazione del Maestro Carlo Carcano e del violinista Matteo Panetta  le ha svestite e rivestite cucendo loro addosso un abito su misura di alta classe.
Tutto t’orna, un album di undici brani dove appunto musiche e armonie sono un tutt’uno con i testi, che altro non sono che poesie dal retrogusto dolce e amaro allo stesso tempo.
Un viaggio di quaranta minuti tra riflessioni, sentimenti, dubbi, pensieri, paure, speranze. E un legame forte con Franco Battiato, che fa capolino in ogni singolo brano forse per il suo modo di scrivere  e di comporre, o forse per il suo timbro di voce comparabile a quella del grande Maestro.
Partendo da L’antidoto, un analisi sensibile sul proprio io interiore ed esteriore, sulla necessità inconcepibile di apparire e il ruolo che l’amore può giocare in tutto questo.  La collaborazione con il duo The Lovecats per Bow House rende più malinconico il concetto si separazione da un amore importante.
E l’inquietudine di un presente che non è altro che una proiezione del passato e un anticipo del futuro in Sweet Sorrow. La nostalgia e il dolore racchiusi in Questo strano abisso e in Vuoto Mimato.
C’è spazio anche per le note più euforiche in pieno stile country che accompagnano Days This Like. La distrazione ci porta a  mille storie raccontate e recepite spesso “con banalità”.
E ancora l’amore, l’amore distante, l’amore lontano, l’amore perso, l’amore sognato in L’amore qualunque e in Che ci posso fare.
Ma il vero inno all’amore in questo album è Dicono di noi, un brano contro l’omofobia, in cui le parole di Fabio Cinti raggiungono a mio parere l’apice dello splendore riuscendo a toccare l’anima. Una poesia che è celebrazione dell’amore puro e protesta insieme e che dovrebbe esser insegnata nelle scuole al pari delle grande opere.

Quel che è certo è che se Fabio Cinti fosse nato nei primi anni dell’ottocento probabilmente avrebbe avuto l’attenzione che effettivamente si merita.

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