La Piramide Di Sangue – Sette


No, non ho sbagliato l’intestazione, non ho invertito il nome dell’artista con quello del disco, come potrebbe sembrare.
La band di cui vorrei parlarvi oggi si chiama proprio così, La Piramide Di Sangue, e compongono musica in quel di Torino. Sette è il loro secondo lavoro dato alle presse, dopo Tebe – il loro esordio discografico.

Composta da sette elementi, La Piramide Di Sangue pone davanti ai microfoni due chitarre, due bassi, una batteria, synth, percussioni varie e, al posto della voce, un clarinetto che solca percorsi, dipana scie, apre vie, accende armonie e crea strutture armoniche mediorientaleggianti su tutto il lavoro.
L’indole della band torinese è inscindibilmente sperimentale.
Le atmosfere psichedeliche e lisergiche, impregnano ogni singola nota contenuta nei (sette) pezzi di Sette.
L’uso dei fiati, il buon uso di Synth e percussioni, rende superfluo, qualsiasi tipo ti testo cantato, si apprezzano bensì, vari urli soffocati, mormorii e suppliche. Ci sono compositori che faticano sette camice, per riuscire a trascinare lontano con la fantasia l’ascoltatore, arrendendosi a ampollosi assoli e prolissi giri di basso o arrovellandosi dietro a tremila vocalizzi più o meno azzeccati. La Piramide Di Sangue invece, ammanta la visione, cattura e conduce altrove già dalle prime battute. L’ensemble Torinese infatti, possiede questa dote e la offre all’ascoltatore con naturalezza e semplicità disarmante.
Premetto che negli anni ho sempre subito il fascino dei paesi mediorientali, dalla Turchia fin giù alla Palestina, Israele, Egitto…la loro storia, la loro geografia.
Ascoltando Sette, i cassetti dei ricordi si sono aperti e figure passate, profumi di terre lontane, immagini di libri e film epici hanno preso a volteggiare nella mia mente.
In pochi attimi Baciati Dall’Acido, Non è Mia è Di Dio, Esoterica Porta Palazzo e La Guerra Non Finirà si sono trasformati in colonna sonora dei ricordi più reconditi.
Un viaggio fantastico tra i libri di Salgàri, le immagini di “El Alamein- La Linea del Fuoco” (tanto per citarne alcuni), un immaginario caleidoscopio di sensazioni e visioni dell’Israele più perduto alle porte del grande deserto e del mar Morto.
Con Sette, La Piramide Di Sangue ci pone davanti a un progetto molto ricercato nelle capacità e nello forma, grandioso nell’immaginario che evoca e culturalmente monumentale.

La pulce nell’orecchio: se ti piace il genere ascolta un lavoro qualsiasi di Ennio Morricone o vai a riscoprire Concerto Grosso per i New Trolls dei New Trolls.

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    Mauro Donatone / Rispondi

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