“Get The Knack”, croce e delizia

Nel 1979, abbiamo già assistito alla parabola dei Beatles, alla nascita dell’hard rock, alla crescita del progressive, alla comparsa e scomparsa del punk.
E come in tutti i cicli che si rispettano, si tende a tornare al punto di partenza.
Si tende, quindi, a ritornare verso la forma canzone più semplice, immediata, popolare.
Ed in questo contesto power-pop che troviamo, forse, l’esempio più splendente di meteora musicale della storia: The Knack.

Si formano a Los Angeles nel 1978 e sotto la guida di Mike Chapman (che ha appena prodotto il terzo album dei Blondie) l’anno seguente pubblicano il disco d’esordio, “Get The Knack”.
È un album a budget contenuto, registrato in soli dieci giorni e che suona quasi come in presa diretta.
Contiene pezzi come ‘Siamese Twins (The Monkey And Me)‘, delizioso brano che senza grandi pretese riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore; ‘Heartbeat‘, cover di un vecchio pezzo di Buddy Holly e ‘That’s What The Little Girls Do‘, pezzo su cui verranno fatti accostamenti con Beatles, Beach Boys e Hollies.
Ma è il brano di apertura del secondo lato che segnerà per sempre la storia del gruppo e del power-pop: ‘My Sharona‘.

 

È il pezzo sul quale si regge l’album, è il singolo trascinatore, onnipresente nelle classifiche di tutto il mondo.
È un pezzo semplice, un motivetto pop appoggiato su un simpatico riff rock di cui Alice Cooper anni dopo dirà «un pezzo così avrei dovuto scriverlo io e non un gruppo pop».
È il pezzo che li porta quindi ad avere l’attenzione del mondo musicale con tutto quel che ne comporta, comprese invidie e cattiverie da parte di una certa stampa – ma anche di molti colleghi.
Ed anche in questo saranno accostati ad altri nomi celebri, come quello dei Monkees, che come loro, vennero accusati di essere un gruppo finto, costruito a tavolino e a cui viene affidato un brano in grado di portare scompiglio nel panorama musicale e nelle classifiche internazionali.
Croce e delizia per The Knack, che schiacciati dal peso della notorietà del pezzo non riusciranno più a produrre nulla all’altezza.
Un paio di album  passati praticamente inosservati prima di sciogliersi, per poi riprendersi e rimollarsi a più riprese fino alla morte del batterista, Bruce Gary, prima e della voce storica di ‘My Sharona‘, Doug Fieger, poi.

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