“Secret Treaties”: tra sonorità blues, proto-metal e ballads rock

È indiscutibile che per i musicisti di oggi le fonti di ispirazione siano, in primis, i grandi gruppi del passato: nomi leggendari, artisti eccezionali, che hanno lasciato un segno indelebile, evidente.
Ma in molti casi la strada è stata tracciata, se non addirittura aperta, da gruppi che poi per diversi motivi non hanno avuto la fortuna di essere ricordati come meriterebbero.
Tra questi menzione particolare va ai Blue Öyster Cult, band statunitense nata alla fine degli Sessanta e che darà alla luce il suo primo album, omonimo, nel 1972.

Nel 1973 esce “Tiranny and Mutation”, che come l’album precedente, ottiene un discreto successo di critica e di pubblico, ma è con il loro terzo album, “Secret Treaties” (1974) che la band ottiene i primi successi commerciali.

Il disco si presente compatto, e orfano di quelle pause un po’ noiose che erano presenti nei primi due album scorre veloce districandosi tra sonorità blues, proto-metal, ballads rock che pochi altri gruppi, anche successivamente, sapranno  mescolare con tanta abilità.
Troviamo pezzi come il brano di apertura ‘Carrer of Evil‘ alla cui stesura del testo partecipò Patti Smith, all’epoca coinvolta in una relazione amorosa con Allen Lanier, tastierista del gruppo; ‘Subhuman‘ e ‘ME262‘ con echi che richiamano alla guerra e alle barbarie naziste; ‘Astronomy‘, ballad di potenza dirompente, da molti (a torto o a ragione) considerata ai livelli di ‘Stairway to Heaven‘ e successivamente coverizzata dai Metallica nel loro “Garage Inc”.

Poco considerati dai loro colleghi per via (si mormora anche) di alcuni atteggiamenti altezzosi che i componenti dei Blue Öyster Cult sembra tenessero verso gli altri musicisti, vivono invece nella prima metà degli anni ’70 il loro periodo di massimo splendore.
Questo grazie anche ad una serie di esibizioni live spettacolari anche dal punto di vista estetico, con l’utilizzo di laser colorati che creavano effetti psichedelici sul palco – cosa che abbandonarono presto sia per l’eccessivo costo delle esibizioni che per il fatto di non voler essere giudicati per lo “spettacolo” bensì per la musica.

I Blue Öyster Cult riusciranno solo a sprazzi, in futuro, a regalarci ancora pezzi di questo livello, ma è bastato questo album e poco più per aprire la strada verso sonorità che pochi altri hanno avuto il coraggio di sperimentare.
A parte ancora un paio di album di buon livello, i Blue Öyster Cult iniziano presto il loro declino e tra cambi di formazione e scioglimenti a più riprese continuano comunque ad esibirsi fino ai giorni nostri.

Nel 2013 Allen Lanier, membro originario del gruppo, muore: era stato proprio lui a suggerire l’idea di inserire l’umlaut nel nome, caratteristica, anche questa, che fu ripresa da molte band metal tra cui Mötorhead, Mötley Crue e Queensrÿche (già ospiti di Rock Era con il loro “Operation: Mindcrime”). 

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