Lola, sesso e rock’n’roll: la storia dietro la canzone

Non sempre dietro la scrittura di un brano ci deve essere per forza un’attenta e minuziosa preparazione: spesso e volentieri le canzoni vengon fuori in automatico, quando meno te lo aspetti.
Talvolta basta appena un volto incontrato per strada, una parola, un colore.
Insomma, una qualsiasi cosa che faccia scattare la molla giusta, quella dell’ispirazione.
Noi oggi vi raccontiamo quel che c’è dietro la stesura di ‘Lola’.

Siamo nel 1970 e Ray Davies, voce dei Kinks, durante una pausa dalle registrazioni dell’album che vedrà la luce con il titolo di “Lola versus powerman and the moneyground, part one”, è in compagnia del manager della band, Robert Wace.

Insieme decidono di passare la serata in un locale nel quartiere londinese di Soho.
L’atmosfera prende vita a suon di alcool e qualche droga ed è a quel che Wace, su di giri, decide di lanciarsi in pista da ballo.
Ad un certo punto della serata, Davies, stanco di attendere l’amico, comincia a cercarlo nel locale ed è così che lo trova ancora in pista, completamente strafatto, intento a ballare con una ragazza.
Li osserva attentamente e probabilmente proverà anche una punta di invidia nei confronti dell’amico che sembra ben intenzionato con questa bellezza esuberante, di colore, alta e snella.
Ma aguzzando un po’ la vista Davies si accorge di una protuberanza proprio lì, dove non dovrebbe esserci.
Si avvicina dunque all’amico e leggenda vuole che dopo avergli sussurrato all’orecchio «Gli hai visto la mazza?» si sia sentito rispondere «Sì, ma sono troppo ubriaco per preoccuparmene».

Rientrati in albergo Ray Davies comporrà una canzone sull’accaduto, canzone che prenderà il nome di ‘Lola’ e diventerà uno dei pezzi più conosciuti dei suoi Kinks.
Anni dopo, Dave Davies, fratello di Ray, nella sua autobiografia affermerà di aver composto lui stesso la musica del brano e accuserà il fratello di essersene preso i meriti.

‘Lola’ subirà anche la censura radiofonica ma non per gli espliciti riferimenti sessuali, come è lecito pensare, ma per il riferimento alla Coca-Cola all’inizio del brano, che dovette essere cambiata in “Cherry Cola”.

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