Validi motivi sul perché non diventerai mai famoso

Lavorando nel settore musicale, ogni giorno entro in contatto con giovani che hanno una propria band.
Evito appositamente di usare espressioni quali “hanno-il-desiderio-di-diventare-famosi-facendo-ciò-che-più-amano”, perché il più delle volte chi fa parte di un gruppo è già convinto a priori di essere una star.

In Italia ci si lamenta spesso del poco spazio che viene riservato alla musica e agli eventi musicali in generale – è di pochi giorni fa l’ennesima notizia riguardante i contrasti e i problemi creati da un’amministrazione comunale nei confronti di un festival, il Radar, a Padova.
Ci si lamenta ancor di più del rapporto conflittuale con i locali, che chiamano a suonare sempre le stesse band senza neanche garantire un minimo rimborso spese.
Ora, io dico: ma voi lo sapete come funzionava anni fa quando internet non esisteva?
Quando ancora ci si parlava faccia a faccia, proponendo la propria band al pub sotto casa?
Si preparava una cassetta con qualche pezzo e si andava, di continuo, a bussare porte: a volte qualcuno apriva, a volte no.

Fare musica originale è ben più arduo rispetto al far parte di una cover band: fra migliaia di persone che suonano, essere bravi ed innovativi non è semplice.
Al giorno d’oggi, poi, ancor di meno.
Ma la gavetta (questa sconosciuta!) è qualcosa di necessario per imparare a riconoscere i propri punti forti e i propri punti deboli, arrivando ad accettare nel bene e nel male consigli e suggerimenti.
Se c’è la voglia di crescere e di fare seriamente bisogna cominciare a pretendere meno e a guadagnarsi quel che viene, imparando ad essere imprenditori di sé stessi e della propria band.

Fare sempre attenzione a come ci si comporta

Sembra il consiglio della nonna, ma è la più grande delle verità.
E’ d’obbligo “comportarsi bene” già solo per un piccolo, basilare, insulso motivo: è fondamentale, nella vita, il rispetto per tutti.
Non è frequente che un discografico o un produttore decidano di perdere del tempo alla sagra di paese dove suona la band più famosa del liceo.
Non è frequente, ma non è neanche impossibile: assistere ad un live dove la band si comporta stupidamente equivale al darsi una cortellata e recidersi l’aorta da soli.
Insomma, un suicidio annunciato

Cercate di essere umili

Se siete in un pub col vostro cd in mano, o se siete davanti ad un computer intenti a scrivere una mail per la direzione artistica di un locale, significa che quelli in difetto siete voi.
Ergo: se nessuno vi è venuto a cercare siete voi che state cercando qualcuno – o meglio, qualcosa.
Proporsi in modo educato è il minimo che vi si chiede.
Se dall’altra parte trovate persone che vi rispondono malamente, o che vi inoltrano via mail un video intitolato Adoro perdere tempo…bhé, in quel caso siete autorizzati a mandare a fanculo il vostro interlocutore.
Mi state chiedendo se è accaduto realmente questo episodio?
Sì, e se cercate il video su Youtube comparirà anche il nome del locale che con tanta leggerezza ha fatto una mera figura con un musicista di stampo elettronico, il cui prossimo disco sarà prodotto da un noto gruppo italiano.

Se non avete ancora calcato i palchi di uno stadio, evitate atteggiamenti di divismo

…e anche se avete calcato i palchi di uno stadio, il divismo è la strada più veloce che potete intraprendere per andare direttamente a fanculo.
Suonare dal vivo è bello, è la cosa più adrenalinica che ci sia.
Stare su un palco, avere un pubblico…coltivate queste cose, e ringraziate chi vi dà la possibilità di farle.
E ricordate anche che no, non siete voi stessi: sono tutti quelli che vi circondano e che vi danno fiducia, altrimenti, probabilmente, sareste ancora a suonare in un angolo della vostra cameretta.

Ricordate chi siete e ricordate da dove venite.

Nella stragrande maggioranza dei casi siete ventenni immaturi assetati di fama e gloria, persone che al posto di mettersi in gioco danno per scontato di essere già importanti-formati-fighissimi-bravissimi.
E invece, cristo, è solo un film che guardate in solitaria nella vostra mente.

Nonostante tutto, continuate a studiare

Figli di una generazione che ascolta massicciamente Zen Circus e Maria Antonietta, siete un esercito di cloni di voi stessi, privi di una propria identità.
Studiate, diversificate gli ascolti, esplorate altri generi musicali.
Leggete, leggete sempre, fatevi colpire dall’ispirazione proprio in quella capoccia, che troppo spesso è piena di buone intenzioni che stentano però a venir fuori.
Non soffocatevi nella mediocrità, datevi il tempo e lo spazio per crescere.

Cercate di capire quando è giusto suonare gratis e quando no

Partendo dal presupposto che ogni prestazione meriterebbe di essere retribuita, bisogna al contempo comprendere che i soldi non crescono sugli alberi per nessuno: né per voi né per il proprietario del locale.
E non vale l’equazione “se quello ha un locale significa che può pagare”, perché nessuno pensa che “sei un musicista, quindi sei ricco e non ti servono i soldi”.
Le cose vanno guadagnate, ma esistono anche situazioni di compromesso: ci sono serate che bucano per i motivi più svariati, e quando la colpa non è né del locale né vostra, pretendere le cose è il modo più semplice per fare la stessa fine già descritta sopra, ovvero: andare a fanculo.
Comportarsi male con il proprietario di un locale è come comportarsi male con tutti i locali della città.
Prendete accordi, siate sereni nel farlo, ma siate anche obiettivi: insistere ad oltranza con pretese eccessive non giova alla vostra carriera.

Se sei un musicista emergente e stai leggendo questo articolo forse il tuo primo istinto sarà quello di mandarmi a quel paese, tacciandomi con epiteti poco ortodossi ed etichettando il tutto con aggettivi quali “banale” e “inutile”.
Invece, caro, io sono sicura che spesso anche tu cadi nel tranello di uno dei punti su elencati, è solo che non te ne accorgi.
D’altronde, avere un atteggiamento sbagliato ed esserne consapevoli sarebbe proprio da idioti totali, vero?
Assieme a diverse realtà nazionali, noi di Oca Nera stiamo cercando di creare una rete di aiuto cooperativo e di scambi palco per permettervi di suonare non solo nella vostra città ma anche in altre regioni, andando a conoscere nuovi musicisti e favorendo con loro uno scambio di esperienze e di storie – un esempio su tutti, il TuOdio Festival organizzato al Defrag di Roma.
Lo facciamo dal dicembre del 2011 e ad oggi possiamo dire di aver conosciuto tanti, tantissimi talenti emergenti.
Ci siamo però accorti che nell’epoca dei social network, di Bandcamp, myspace e Soundcloud, voi non siete più abituati al contatto umano e questo è il più grave dei problemi.
Collaborazione, umiltà e tanta voglia di divertirsi mettendo da parte spocchia e arroganza: se di questo farete il vostro mantra, vedrete che tutto prenderà una piega diversa.
Parola di chi, nonostante tutto, cercherà sempre di sostenervi e di darvi spazio.

1 Comments

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  1. Prendo e porto a casa, grazie davvero per aver scritto questo articolo. 🙂

    DavePeart / Rispondi

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