Il Veneno – Si può vivere senza


“Si può vivere senza” è l’ultimo lavoro electroblues dei Il Veneno, freschissimo duo nato nel 2015 a Milano.
Il loro debut album, uscito il 21 aprile 2017 per Phonarchia Dischi, è composto da 10 brani molto diversi tra di loro che raccontano con stupore e una nota amara l’atmosfera distaccata ed asettica in cui ci troviamo a vivere: la scimmia protagonista del disco è rimasta l’ultimo baluardo di umanità in un mondo che fatica a riconoscersi allo specchio.

“Si può vivere senza” è un progetto molto ambizioso e complesso, realizzato senz’altro con una cura eccezionale. Il sound è trascinante, luminoso, elettronico ma non troppo, per non soffocare quella nota blues che riemerge prepotentemente in brani come ‘Per Dio’ e, primo fra tutti, ‘La fattoria degli animali’. In generale i due stili si armonizzano bene, dialogando anche con una sensibilità più country e cantautoriale in alcuni casi. Le melodie sono spigliate, scorrono bene ma allo stesso tempo lasciano intravedere dietro un’idea precisa e coerente.
‘Il libro delle facce’ ha un andatura regolare ma accattivante, con un sound aspro, caricato di effetti, ed una sezione ritmica incredibilmente efficace. ‘L’equilibrista’, invece, la traccia immediatamente successiva, oltre a delle percussioni ammalianti e ipnotiche, mette in scena una delicatezza inaspettata, costruendo, anche grazie al testo, un’atmosfera ovattata e rassicurante.

I testi sono forse il capitolo più roseo di questo disco: trovo che, pur nella loro lineare semplicità che non si serve di artifici retorici ma parla schiettamente al pubblico, siano stati calibrati su un equilibrio azzeccato e affatto semplice da individuare. Risultano infatti efficaci, affatto noiosi e adeguati al ritmo e allo stile dei brani. “Si può vivere senza” è un album che riesce a raccontare con un sorriso – sardonico – sulle labbra una realtà che appare a volte distopica, inospitale, estraniante. I temi trattati sono di una attualità emotivamente molto cruda: la tragica quotidianità che vediamo consumarsi sotto i nostri occhi e che ci fa sentire impotenti, proprio perchè abbiamo perso anche la capacità di soffrirne, e quell’empatia che non ci appartiene più, nonostante continuiamo a chiamarci Umanità.

“Si può vivere senza” è un disco pirotecnico e ambizioso, anche se forse leggermente disomogeneo: magari non basta un solo ascolto per capirlo, ma alla fine ne sarà valsa la pena.

0 Comments

Join the Conversation →