Sarah Walk – Little Black Book


È a ‘Little Black Book‘, la title track, che viene affidato il compito di introdurre l’ascoltatore nell’universo di Sarah Walk.
Al contempo, è proprio questo il pezzo che mi ha convinta a seguire il debutto discografico di questa artista americana.
Un sound incalzante, che dalla leggerezza di un pianoforte passa ad un’esplosione più ritmata, quasi aggressiva ma sicuramente più energica.
Qualcosa di già sentito ma condito da una voce poliedrica, dalle sfumature inaspettate.

Touchée, mi sono fatta prendere all’amo dal brano più commerciale di tutto l’album (e non ne sono affatto pentita).

Sarah Walk è una cantautrice e pianista dotata indubbiamente di una voce tanto profonda quanto illuminante.
Come un po’ ci si aspetta da chi sceglie un sound nudo e scarno, sono la magnificenza dei testi e della vocalità a fare la differenza.
E Sarah Walk in questo debut album riesce alla perfezione a distinguersi da tante altre produzioni di genere,
Con molta naturalezza, l’artista si destreggia alternando brani emotivi ad altri adrenalinici, appositamente studiati per mettere in evidenza la versatitlià delle sue doti.
Suoni caldi e avvolgenti, a tratti rassicuranti e a tratti malinconici: i brani interpretati raccontano storie non sempre a lieto fine (‘Still Frames‘) ma che donano nuova luce e spiragli di positività per un futuro migliore (‘Let me try‘).
Proprio questa sensazione è il leit motiv di tutto il disco, ribadito anche nella traccia che lo va a chiudere, ‘Keep on dreaming‘.

Anticipato da diversi singoli, “Little Black Book” è un lavoro curato e presenta arrangiamenti interessanti ed inaspettati se si pensa ad un’opera prima.
Dodici tracce che meritano una chance per gli amanti di sonorità raffinate.

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