Psiker – Maximo

Corre l’anno 2016, e non 2030, ma la citazione del pezzo degli Articolo 31 mi sembra doverosa.
«(…) c’era la musica, ricordo, la musica…», e “Maximo”, ultimo lavoro del milanese Psiker, è decisamente centrato sulle sonorità di fine millennio, sulle atmosfere pop – elettroniche che timidamente si affacciavano anche nei brani delle band nostrane.
Per rendere ancora più efficae il tuffo nel passato, quattro artisti che hanno lasciato la loro impronta nell’underground italiano del periodo hanno collaborato a quattro pezzi del disco, offrendo la loro voce ed una breve citazione dei loro brani più famosi.
Si tratta di Raffaella Destefano dei Madreblu, Luca Urbani dei Soerba, Francesca Gastaldi degli Zerozen e Odette Di Maio dei Soon.

Psiker ha già abituato il pubblico a questo tipo di sound.
I suoi precedenti lavori (può vantare quattro album e dodici singoli pubblicati dal 2008 ad oggi, nonostante la giovane età) sono legati a questo periodo musicale, alternato all’elettro pop anni ’80.
L’influenza dei Depeche Mode e dei Pet Shop Boys per quanto riguarda le sonorità e le atmosfere è indiscutibile, ma ciò che colpisce di Maximo sono i testi: comici, surreali, metaforici – al limite del non-sense in alcuni casi.

Già dal primo brano, ‘Metropolitana‘, si intuisce la vena ironica che caratterizzerà tutto l’album.
La metropolitana piena è immaginata come «un’olimpiade fai da te», in cui i passeggeri stipati lottano per conquistare un posto a sedere. Il ritmo scandisce il movimento del treno, e la voce di Francesca Gastaldi accompagna quella di Psiker nei ritornelli.
Love is un fiore‘ e ‘Un pence e mezzo‘ sono forse i pezzi più surreali del disco.
Nel primo, le frasi inglesi più gettonate dagli autori di canzoni pop vengono chiuse con parole italiane, quasi a sottolinearne la banalità.
Nel secondo, un ritmo dance monoaccordo accompagna un testo non-sense alla ‘Nuntereggaepiù‘.
L’altro ieri‘ è nostalgia degli anni ’90 nel sound, e nostalgia dell’oggi, proiettata nel futuro, nel testo.
La collaborazione con Raffaella Destefano impreziosisce quello che forse è il migliore prezzo dell’album, autocitando un cammero del brano ‘Gli Angeli‘ del suo gruppo Madreblu.
Sono legate da un fil rouge le tracce successive, ‘Doubleface‘ e ‘Parla parla parla‘.
I doppisensi si susseguono, e sono tutti rivolti ai pettegoli e agli ipocriti.
Contento‘ non poteva che essere cantata insieme a Luca Urbani, omaggiando il brano ‘I’m happy‘ dei Soerba.
«Giorni di pulizia mentale a braccia conserte», riflessioni autobiografiche scandite da un ritmo veloce e vivace.
Si ritorna alle metafore con ‘Nebbia‘, in cui la crisi di una coppia viene accostata alle previsioni meteo: un assolo di flauto traverso si inserisce al synth pop del brano, rendendolo ancora più malinconico.
Base ritmica che fa dondolare la testa e assolo di chitarra elettrica importante per ‘Ironia‘, in cui l’autore ci ricorda quanto sia importante non prendersi troppo sul serio per affrontare al meglio le situazioni spiacevoli.
Attento‘, unica ballata del disco, vede la collaborazione di Odette Di Maio.
Si tratta di una sorta di augurio, una raccomandazione a non perdere di vista le emozioni realmente importanti, a vivere nel presente senza rimpianti.

Nel complesso, Psiker è riuscito a confezionare un buon prodotto discografico.
Probabilmente non rivoluzionerà la storia della musica, ma si lascia ascoltare con piacere sia dai giovanissimi sia da chi ha vissuto in prima linea gli anni in cui le guest stars dell’album erano all’apice della loro carriera.
“Maximo” è indubbiamente un disco che trasuda retromania da ogni poro, in cui la nostalgia di un’epoca diventa la sua celebrazione.

 

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