Penguin Cafe – The Imperfect Sea


Dopo le puntate precedenti sul fenomeno ed i rappresentati della nuova scena neoclassica, non si poteva non parlare di una storia lunga ed affascinante come quella dei Penguin Cafe Orchestra e dei successivi Penguin Cafe.
La musica dei Penguin Cafe Orchestra, capitanati dal poliedrico e visionario Simon Jeffs, rappresentò un’esperienza fondamentale per il jazz e per le ensemble da camera.
La morte improvvisa nel 1997 di Simon si rivelò un duro colpo, e segnò la fine di un’esperienza che aveva regalato emozioni a molti ed aperto strade nuove per la sperimentazione.

Per fortuna, spesso, le storie continuano nel modo giusto e nel 2011 il progetto di Simon viene riportato alla luce dal figlio Arthur, che riprende e sintetizza quella che era stata l’esperienza del padre e dà alla luce il nuovo progetto Penguin Cafe.
Come si intuisce dal cambio nel nome, il concetto di orchestra è stato sorpassato e ci si è avvicinati di più al mondo indie e quello dell’elettronica.

Dopo i primi esperimenti di produzione nel 2011 con “A matter of life”  e di  “The red book” del 2014, Arthur sembra più maturo e sicuro nella sua composizione.
Il nuovo prodotto della sua poetica si chiama “The Imperfect Sea” e rappresenta un’ode alla bellezza che si può ricercare nelle piccole cose di tutti i giorni. Il disco prende ispirazioni dai suoni che furono del padre, ma cerca di fondersi con la scena musicale attuale. Si possono sentire così echi di due geni come Olafur Arnalds e Nilhs Fram, oppure delle citazioni del maestro Brian Eno.

Ci sono molti inediti nel disco, ma per impreziosire il lavoro si ricorre anche all’uso di qualche cover.
L’approccio alla musica elettronica che viene rielaborata in chiave acustica è garantita da due masterpiece della musica fatta con i synth, come ‘Franz Schubert‘ dei Kraftwerk e ‘Wheels within wheels‘ dei Simian Mobile Disco.
La rielaborazione toglie i synth e va riempire quegli spazi con le linee degli archi.
Ricercar’ è il brano iniziale del disco e rappresenta un andante allegro ed elegante.
C’è spazio anche per un ricordo del passato ed un omaggio alla figura del padre scomparso con il brano ‘Now Nothing‘.

Un disco elegante e suonato perfettamente, che rischia però di perdere la sua direzione.
Stretto tra il ricordo di un passato glorio e la rincorsa verso una nuova scena musicale, il rischio è quello di non riuscire a sintetizzare al meglio questi due mondi e di risultare a volte un pò freddo e distaccato.
Arthur deve lavorare sulla sua poetica e riuscire a trovare la sua poetica, sicuri che prima o poi riuscirà a trovare la tua sua strada.

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Luca Nicoli

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"Che potevo saperne io di me stesso? Ero proprio io quel personaggio che riuscivo a percepire con la mia coscienza?" Amante della musica e cresciuto nei vicoli di Città Alta a Bergamo.

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