Mount Kimbie – Love What Survives


L’estate è ormai finita e lontana, il mare è solo un vago ricordo e si ritorna a rivivere la città in tutte le sue diverse sfaccettature.
Per questo motivo il disco che andiamo a presentarvi rappresenta un ottimo antidoto alla malinconia post vacanziera ed un eccellente immersione in una delle città dal sound più contagioso ed apprezzato, quello di Londra.

È infatti da questa città che partono l’attività e la storia del duo elettronico Mount Kimbie. Dopo il disco d’esordio “Crooks & Lovers” del 2010 ed il secondo lavoro “Could Spring Fault Less Youth” del 2013, esce finalmente la nuova fatica discografica.
“Love What Survives” è l’ennesima prova del loro talento multiforme e della capacità di assimilare quello che si respira intorno a loro.

Il loro sound muta aspetto rispetto al disco precedente, e si trasforma in una spirale in cui sono le sonorità post punk a farla da padrone.
I brani non sono pensati solo per essere eseguiti durante un dj set, ma diventano brani veri e propri, che trovano nella dimensione live la loro dimensione ottimale.

Sono numerose le collaborazioni che impreziosiscono questo disco e ne accentuano le caratteristiche.
Una citazione particolare va fatta per il tanto atteso ritorno di King Krule, che prima dell’uscita del suo prossimo disco, regala una grande prova sulle note dei Mount Kimbie nella bellissima ‘Blue Train Lines‘.
Non è la prima volta che il duo inglese incrocia la propria strada con quella di King, era già successo infatti con ‘You Took Your Time‘, brano del secondo disco – e il risultato è sempre garantito.
Altra collaborazione prestigiosa è quella che porta la firma di James Blake, che mette la propria voce su due pezzi (‘We Go Home Together‘ e ‘How We Got By‘).
La sua prova è fumosa e molto distante da quella dura e spigolosa di King Krule.
Il soul che scaturisce da Blake è ben accompagnato dai tappeti sonori dei Mount Kimbie, che si riempiono di eleganza.
Ma non di sole collaborazioni si nutre questo disco e anche quando sono senza vocalist, i Mount Kimbie riescono a modellare il suono e creare dei beat accantivanti e pieni di fascino.
Ne sono un esempio la coinvolgente ‘SP12‘ o l’onirica ‘Posison‘.

“Love What Survives” dei Mount Kimbie rappresenta un ottimo disco e una buona fotografia dello stato dell’arte della musica proveniente da Londra e dall’Inghilterra in questo particolare momento.
Niente di innovativo, ma un buon lavoro che si aggiunge alla loro produzione, consolidandone la posizione all’interno della scena musicale inglese.

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Luca Nicoli

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"Che potevo saperne io di me stesso? Ero proprio io quel personaggio che riuscivo a percepire con la mia coscienza?" Amante della musica e cresciuto nei vicoli di Città Alta a Bergamo.

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