Bloc Party – Hymns


Torna dopo un silenzio lungo quattro anni una delle band indie rock più seguite degli ultimi tempi: famosi per le tipicità post- punk, i Bloc Party infatti hanno sempre attirato ascoltatori dai gusti più disparati.
È difficile infatti dimenticarsi di quel fortunato esordio, “Silent Alarm”, che nel 2004 si rivelò il trampolino di lancio per la band di Kele Okereke che deve fare i conti con due spiacevoli cambi di formazione – via Gordon Moakes e Matt Tong per far spazio a Justin Harris e Louise Bartle, precisamente basso e batteria.
Come si può dire? Ah, sì: una vera propria rivoluzione della sezione ritmica.

All’ascolto del nuovo album “Hymns” si nota un bel cambio di rotta, a volte diretto proprio verso altre realtà – in ‘Into the heart‘ si notano ad esempio affinità con i The Cure.
Un palese cambio di approccio ai brani, specie per quanto concerne la velocità: il nuovo lavoro della band londinese non fatica ad entusiasmare e sarebbe un errore considerarlo una delle tante solite uscite indie.
Quello che in un primo momento potrebbe sembrare un album con forti tendenze pop non è nemmeno lontanamente paragonabile alle solite produzioni povere di idee e di contenuti.
Tuttavia ci si trova inevitabilmente difronte ad una band diversa da quella di qualche anno fa: brani come ‘Helicopter‘ o ‘Banquet‘ resteranno un traguardo e non una formalità, ma non ci resta che mettere da parte la malinconia per lasciarsi trasportare da un disco piacevole e controverso.
Una particolare attenzione alla fase di composizione fa sì che sia sufficiente un ascolto anche veloce per rendersi conto delle forti influenze della musica elettronica.
Non mancano ovviamente brani caratterizzati da un sound più rock, in questo caso southern/country: è ‘The Good News‘, che ricorda molto lo stile dei The Black Keys.

Hymns” è adatto a chi cerca nuove sonorità e che difficilmente si ferma all’apparenza di un disco facilmente fraintendibile – caratteristica che rende interessanti i Bloc Party anche agli ascoltatori estranei al genere.

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