Protomartyr live a Torino: vabbè

Devo essere sincero, è stata un po’ una delusione. Eppure l’album recente non sembrava malaccio. Teniamo conto che qui si parla evidentemente dei miei gustibus, che come è ovvio non è detto che siano giustibus. Ma il colpevole ritardo nel parlare di questo live dei Protomartyr è dovuto anche a questo.

Torino, Spazio211, 7 giugno, tempo di elezioni, emozioni, annunciazioni di festival, pizzate delle medie.

Per definizione il protomartire è il primo martire di una Chiesa. Etichettati come post-punk, a me invece i Protomartyr sembrano un tipico gruppo “indie” inteso come il genere musicale cui tutti si riferiscono con questa parola (non come attitudine alternativa alla discografia canonica, che dovrebbe forse essere il vero significato).

Protomartyr live Spazio211 Torino

Insomma senza tanti giri di parole i Protomartyr, soprattutto strumentalmente, hanno una serie di caratteristiche riconoscibilissime nello stereotipo del genere:

  1. Sono brutti.
  1. Pure il pubblico bruttino. Barbe brizzolate, uomini col borsello, c’è tanta figa quante particelle di sodio nell’acqua Lete. Pure io non sono uno spettacolo, beninteso. Uno scuote il ciuffo senza apparenti motivi. Un altro ha la maglietta degli Area, prima ipotizzo sia un sottile messaggio di protesta nei confronti del concerto cui sta assistendo, poi vedo che applaude contento dunque avevo sopravvalutato la cosa.
  1. Sono meglio sul cd che dal vivo.
  1. Originalità zero. Musicalmente sembrano degli Editors un po’ più scassati e altre cose inglesi di moda una decina di anni fa. Anche un po’ Joy Division forse. Sono americani comunque, di Detroit.
  1. Hanno copertine fantastiche. Ricorda la regola n.1 del genere indie: la ricercatezza dell’artwork è direttamente proporzionale alla noia.
  1. Che non sono propriamente noiosi, forse sono più noioso io che mi lamento, con amarezza scopro che è spiacevole trovarsi a scrivere di qualcosa che non so apprezzare. I gruppi di genere indie hanno sempre recensioni strapositive scritte con parole emozionanti: stavolta, mea culpa, sono caduto nella trappola.

Joe Casey Protomartyr live

Eppure, sempre secondo i miei gustibus, il cantante è piuttosto simpatico perché sembra proprio non gliene freghi un cazzo. Un po’ più anziano del resto della band, ha chiari riferimenti punk ma evidentemente va d’accordo lo stesso coi ragazzi. La forza del gruppo è questo anti-divo che “canta” reggendo antiesteticamente una lattina di birra Moretti dall’inizio alla fine (addirittura due nel bis) e questo sarebbe eccessivo anche per un gruppo indie. E non ha nemmeno la barba!

Per esempio, oggi esce il famoso disco degli Afterhours sul tumore del padre di Manuel Agnelli. Scrivendo i testi di “Agent Intellect” Joe Casey ha fatto un anno prima praticamente la stessa cosa, sulle malattie dei suoi genitori, e senza il bisogno di concludere in bellezza con la storia dei talent show. Insomma durante questa ora di concerto mi fa una bella impressione.

Protomartyr Torino Joe Casey

Ma poteva andare meglio. Sarà che a giugno sembra così strano sentire un concerto all’interno di un locale. Sarà che alcuni degli ultimi visti qui sono stati troppo belli (Maserati, Black Mountain, Buñuel…) per essere lontanamente eguagliati. Sarà che i miei gustibus. Comunque grazie a Luigi De Palma per essere venuto a fare le foto, il vero protomartire del rock è lui!

Protomartyr live Torino Spazio211


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