Suonare per la causa più importante di tutte: Rock4Life live Siamaggiore (OR)

Tra i tanti eventi estivi organizzati nell’oristanese Rock4Life è una garanzia ormai certa.
Nato con l’obiettivo di coniugare la musica alla solidarietà, Rock4Life è giunto quest’anno alla settima edizione.
Edizione dedicata questa volta alla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, una Onlus che promuove e finanzia progetti innovativi di ricerca sulla fibrosi cistica e alla quale è stato devoluto l’incasso della serata che ha visto come coprotagonisti i Rising Silence, Breakin Down e SikitikiS.

I primi a salire sul palco di pietra del suggestivo anfiteatro situato all’interno del piccolo paese di Siamaggiore sono stati gli avvincenti Rising Silence con una formazione a cinque capitanata dalla voce di Laura Marongiu.
Quasi un’ora di spettacolo per questa giovane band con i brani che hanno entusiasmato il pubblico sulla gradinata.
Deep White, Let the silence rise, Drifting Angel, Not far enough, Awareness, Adrenaline e Countless Night e l’emozione per aver contribuito in parte al risultato di questa serata è ben visibile nello sguardo di questi ragazzi cresciuti a pane e metal.

Le luci si sollevano per accogliere sul palco i presentatori Valentina e Mac che ci ricordano che questa serata, fortemente voluta dal comitato Rock4Life, ha un obiettivo ben preciso: raccogliere fondi da destinare alla Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica e invitano tutti ad un offerta o all’acquisto della maglia ricordo di questa edizione.
Emozionati, leggono una lettera arrivata dal Direttore Scientifico della Fondazione che ringrazia il comitato, le band che «questa sera, con tanta generosità, inonderanno di musica viva e scattante i cieli di Sardegna» ed il pubblico.
La musica può riprendere, e lo fa con il rock dei Breakin’ Down, band nata in Sardegna alla fine degli anni novanta che accende nuovamente il pubblico con una scaletta di poco meno di un’ora e che ripercorre l’intera carriera musicale dei quattro sardi.
Blood on blood
, Babylon, Ring of fire, Rock’n’roll in dead, Woman, sono solo alcuni dei brani proposti dal vivo per questa serata benefica e dal gusto decisamente rock.

Ancora un cambio palco e ancora un intervento.
Questa volta a salire sul palco per portarci la sua testimonianza è Cristina, una giovane mamma di 29 anni affetta da questa malattia genetica che ci spiega cosa vuol dire convivere con questo male per il quale non esiste cura, ma solo medicinali palliativi.
Cristina sale sul palco con la sua bambina, che vorrebbe svelarci qual è il suo desiderio più grande ma non riesce a farlo poiché troppo emozionata, ed è quindi Cristina stessa a dirci che il sogno della sua bimba è quello che venisse trovata una cura per la sua mamma: la commozione è palpabile persino tra la platea.
Dalle gradinate il pubblico si raduna finalmente intorno al palco, pronto per accogliere la band più attesa della serata: i Sikitikis.
Non avrei mai, Rosso Sangue, Umore nero, Amori stupidi, Storia d’amore, il pubblico canta, balla, si lascia trasportare.
Diablo introduce Tsunami con una dedica a Cristina, quella giovane donna che sta lottando contro il male, e la invita a non mollare.
La band cagliaritana, forte della propria carriera musicale, avanza a tutto spiano e ci regala i brani che li ha resi celebri nel panorama indipendente italiano.
Hai fatto male a farmi bene, Mi avveleni il cuore, Soli, L’importante è finire, Tiffany, La mia piccola rivoluzione e i Sikitikis ci salutano con un augurio importante per questa notte, quello di dormire abbracciati alla persona che amiamo sulle note di Voglio dormire con te.
Mentre i fan cantano insieme questo inno all’amore, improvvisamente il brano subisce una trasformazione.
Questo brano è stato infatti rivisitato dagli stessi Sikitikis in Cagliari nel cuore, inno ufficiale del Cagliari Calcio.

E’ l’ora dei saluti e i presentatori chiedono al presidente e alla vicepresidente del comitato, Matteo e Valeria, di salire sul palco.
I ringraziamenti sono d’obbligo questa sera: in tanti si sono prodigati per la riuscita dell’evento.
Perché la causa sposata vale tutti i sacrifici compiuti da tutto lo staff.
E commossa mi sento di dire: «Attrus annus mellus».

0 Comments

Join the Conversation →

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.