35 anni di SKA: a Trezzo sull’Adda la prima tappa del Festival Itinerante

Il Live Club di Trezzo sull’Adda è il primo locale ad ospitare “35 anni di SKA”, evento che cerca di celebrare e dare visibilità ad un panorama vivo nonostante la commercializzazione della musica in Italia.

Questo evento ha avuto luogo il 20 gennaio 2018 ed è anche propaganda di un progetto più ampio che coniuga mostre, libri e una pubblicazione in formato digitale di una compilation.
Nel primo volume sono ben 81 i gruppi che sostengono con le loro voci e note denunce sociali ormai manifesto della produzione Ska italiana e mondiale.

“The Italian Ska Meets The World Vol.1” raccoglie l’incontro e la fusione tra culture e tradizioni molto diverse tra loro, che hanno come radice comune la musica in levare, dagli USA al Giappone, dal Sud America alla Scandinavia passando per tutte le nazioni europee.

Una produzione, quella del “35 anni di SKA”, che raccoglie tanti estimatori al punto da riempire il Live Club e far saltare i presenti con la potenza delle chitarre accompagnate da fiati in un vortice di anime, sorrisi e ritmo che ci ricordano di rimanere vigili e vivi.
«Un’idea nata per dare visibilità a un genere che ha ancora un fermento incredibile anche se molti lo considerano di nicchia», racconta Christian Perrotta, tastierista dei Vallanzaska e fondatore di Maninalto!.
“35 anni di SKA” nella tappa inaugurale vede esibirsi nomi storici e alcune novità del panorama come The Orobians, i The Magnetics (il nuovo progetto di Olli Riva), gli Arpioni e per finire i live dei veterani Matrioska.
Ciliegiona sulla torta, durante la serata premiazione degli Statuto per i loro 35 anni di carriera.

Tutti i set live hanno avuto una durata di circa 45 minuti, durante i quali è stato dato ampio respiro ai gruppi e alle loro canzoni pur rimanendo sempre su un piano di equa esibizione e celebrazione del movimento piuttosto che del singolo gruppo – come dovrebbe essere, d’altronde.

Tocca ai bergamaschi The Orobians scaldare gli animi e tutti gli undici elementi, eleganti nei loro completi colorati, smuovono i già numerosi spettatori.
La presenza di un’ottima alchimia tra i vari musici e una scatenata chitarra solista supportata da un basso pieno e pompante tessono il tappeto sul quale i due cantanti fanno facile presa su un pubblico dapprima timido e attento ma che nella progressione dei brani ha imparato sempre più ad apprezzare un’ottima band.
Momenti di commozione vera quando viene consegnata una targa celebrativa agli Statuto per aver piantato il seme dello Ska in un terreno musicale che rischiava di rimanere arido e avulso dal contesto sociale nei primi anni ’80.

Olli Riva sale al comando e conduce i suoi The Magnetics sul piano del comando e preme vistosamente sul’acceleratore proponendo sia vecchi pezzi che alcune novità del nuovo progetto.
Il pubblico apprezza e incomincia a muoversi convinto grazie alla sapiente esperienza da palco dei nostri, nonostrante la novità di questo gruppo.

Altro cambio e tocca agli Arpioni che dal 1989 (ma che ne sanno i 2000!) sudano e fan saltare dai palchi i loro sostenitori partendo dalla bergamasca e ruzzolando in giro per l’Italia.
Dopo varie pause il profondo affetto dei fans li convince a riportare in giro il “Una volta ancora – tour” per sfoderare un repertorio di storie di lotta e di vita in uno spettacolo di unione sociale fatto di canti e balli.
Inizia seriamente a scaldarsi il pubblico e i 45 minuti non solo scorrono, ma volano, saltano, cantano e urlano durante tutti i pezzi, con menzione speciale per ‘Insumision‘ e ‘Ci vuole Fegato‘.

Il finale è riservato ai milanesi Matrioska e il deliro dei tanti spettatori contemporanei è coinvolgente!
Grandi interpreti anche del movimento pop-punk-rock con anche influenze ska e degnamente supportati da un Live Club ben riempito che canta, balla, poga e fa i cori.
Ogni loro concerto è un concentrato di energia e anche in questa occasione la band non si tira indietro.

La serata si conclude con un dj set in tono e con la sensazione che i vecchi gruppi abbiano ancora voglia di saltare e raccontare storie.
Al contempo si respira la consapevolezza che nessuno può erigersi a maestro dedito all’insegnamento della vita, lasciando dunque spazio ai giovani.
«Noi abbiamo occupato, manifestato, suonato… ora tocca a loro. Ognuno deve fare la sua storia. Forse oggi sono i giovani a dover dire qualcosa a noi» dice Perrotta.
Lo Ska non è morto, viva lo Ska!

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